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Come cambia il Milan con l’arrivo di Allegri in panchina

Un’aria di pragmatismo e attesa avvolge Milanello. Dopo tanti anni dopo la vittoria di un campionato Italiano e una Supercoppa Italiana, Massimiliano Allegri è tornato sulla panchina del Milan. Un ritorno che sa di amarcord ma che proietta...
Redazione Derby Derby Derby

Un'aria di pragmatismo e attesa avvolge Milanello. Dopo tanti anni dopo la vittoria di un campionato Italiano e una Supercoppa Italiana, Massimiliano Allegri è tornato sulla panchina del Milan. Un ritorno che sa di amarcord ma che proietta il club verso un futuro di attese e possibili, radicali trasformazioni. L'obiettivo dichiarato dal tecnico livornese e dalla dirigenza è chiaro: riportare il Milan a competere ai massimi livelli, con una filosofia che si preannuncia diversa da quella degli ultimi anni. Ma come cambierà, concretamente, il Diavolo con il secondo avvento di "Max" ?

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La filosofia di Allegri: pragmatismo e solidità difensiva

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Se le ultime stagioni rossonere sono state caratterizzate da un gioco propositivo, a tratti spregiudicato e votato all'attacco, l'arrivo di Allegri segna una netta inversione di tendenza. Il tecnico livornese è un maestro del pragmatismo: il risultato prima del bel gioco, la solidità prima dello spettacolo. "Le grandi sfide si vincono con le grandi difese", ha più volte ribadito nel corso della sua carriera, un mantra che ha sottolineato anche nella sua conferenza di presentazione a Casa Milan. Aspettiamoci dunque un Milan più accorto, meno propenso a lanciarsi in attacchi sconsiderati e più attento a non concedere spazi. Una squadra che farà della compattezza tra i reparti e dell'organizzazione difensiva i suoi nuovi pilastri fondamentali per il rilancio della squadra che viene da troppi anni di incertezza e alti e bassi, serve una svolta da un punto di vista della concretezza punto forte del tecnico toscano.

 

Come potrebbe giocare il Milan di Massimiliano Allegri

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L'assetto tattico è il primo grande punto di domanda. Massimiliano Allegri, nella sua seconda esperienza alla Juventus, ha privilegiato la difesa a tre (3-5-2), un modulo che potrebbe essere riproposto anche a Milanello per garantire maggiore copertura. Tuttavia, non è da escludere un più classico 4-3-3, magari un 4-3-1-2, caro al primo Allegri milanista, questo ad ogni modo si vedrà col passare del tempo. Indipendentemente dai numeri, la sostanza cambierà: baricentro più basso, linee più strette e una ricerca meno ossessiva del palleggio dal basso. Il gioco si svilupperà probabilmente in verticale, cercando di sfruttare la velocità degli esterni e la fisicità degli attaccanti con rapide transizioni, una volta recuperata palla.

 

Questo nuovo impianto tattico non mancherà di influenzare anche le valutazioni degli esperti e degli appassionati, come si nota già nei pronostici per scommettere sulla Serie A di Bottadiculo, che analizzano costantemente le scelte tecniche e i moduli adottati dalle squadre per interpretare al meglio l’andamento del campionato.

 

L'impatto sui singoli: chi sale e chi scende

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Il cambio di filosofia avrà inevitabilmente un impatto diverso sui singoli giocatori. Elementi di grande sacrificio e intelligenza tattica potrebbero trovare maggiore spazio e diventare centrali nel nuovo progetto. La fisicità e la capacità di inserimento di Ruben Loftus-Cheek saranno certamente valorizzate, probabilmente in un centrocampo a tre. Potrebbe invece essere richiesto un lavoro diverso a talenti puramente offensivi come Rafael Leão e Christian Pulisic, chiamati a un maggior contributo in fase di non possesso e a essere più "chirurgici" e meno "estetici" negli ultimi trenta metri. La figura del trequartista classico potrebbe tornare in auge, a discapito di un attacco con tre punte pure.

 

Una scommessa per la dirigenza

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Il ritorno di Massimiliano Allegri rappresenta una grande scommessa calcolata da parte della dirigenza dei diavoli meneghini. Dopo anni di investimenti su un'identità di gioco europea e offensiva, si è scelto un allenatore aziendalista che sappia valorizzare una rosa che sta comunque già vedendo dei cambiamenti tramite innesti di mercato. Un mister vincente abituato alla pressione dei grandi club e capace di portare risultati nel breve-medio termine. Una scelta che divide la tifoseria a metà, tra chi sogna un ritorno alla vittoria a ogni costo e chi teme un passo indietro dal punto di vista dello spettacolo. Solo il tempo e, come direbbe lo stesso Allegri, solo il campo, potrà dire se questa rivoluzione pragmatica riporterà il Milan sul tetto d'Italia e d'Europa. Il primo obiettivo dichiarato in maniera esplicita è il ritorno in Europa dalla porta principale, p3r poter combattere in Champions league già dalla prossima stagione