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Roberto Mancini batte sempre su quel tasto ormai da alcune settimane. Il ct dell'Arabia Saudita a settembre si era lamentato del poco utilizzo dei giocatori sauditi nei rispettivi club. Insomma il concetto che è passato è che i calciatori stranieri stiano togliendo sempre più spazio ai giocatori locali.
Un problema, quello della Saudi Pro League, che a detta di Mancini sta diventando rilevante. La mancanza di alternative e lo scarso impiego in campionato dei giocatori convocabili sono fattori da considerare ogni qual volta l'ex ct dell'Italia Campione d'Europa nel 2021 è chiamato a stilare la lista dei convocati. Mancini si era lamentato già durante la pausa di settembre. E ha replicato anche in questa sosta...
"Tre anni fa i giocatori sauditi giocavano tutte le partite. Oggi, tra il 50 e il 60% di loro non gioca. Questo è il primo problema, anzi l'unico problema che abbiamo in questo campionato", la lamentela del tecnico italiano. La nuova frontiera del calcio ha aperto le porte ai tanti calciatori e allenatori che hanno trovato nell'Arabia Saudita l'El Dorado. I club possono offrire contratti ricchissimi e nuove esperienze di vita.
L'arrivo di tanti giocatori dall'Europa si è rivelato però controproducente sin qui per la crescita dei calciatori sauditi, che sempre più stanno scaldando la panchina o hanno a disposizione pochi minuti per esprimersi al meglio. Con Mancini alla guida l'Arabia Saudita ha raccolto 7 vittorie, 4 pareggi e 5 sconfitte in 16 partite complessive. Nel Gruppo C del terzo turno di qualificazioni ai Mondiali del 2026 l'Arabia ha impattato 1-1 con l'Indonesia nel primo match e battuto 2-1 la Cina a Dalian nella seconda gara. A gennaio la nazionale saudita ha chiuso la sua avventura in Coppa d'Asia agli ottavi di finale contro la Corea del Sud ai calci di rigore.
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