L'editoriale

Yamal alieno nella notte del Metropolitano, il Barcellona incanta e domina l’Atletico Madrid

Yamal alieno nella notte del Metropolitano, il Barcellona incanta e domina l’Atletico Madrid - immagine 1
Un Barcellona fantastico supera l'Atletico al Metropolitano e vola in finale di Copa del Rey, ma bisogna parlare un attimo dell'assurda prestazione di Lamine Yamal.
Luca Paesano
Luca Paesano Redattore 

Partite così fanno bene al calcio, fanno bene ai tifosi e ai semplici spettatori, fanno bene alla mente di chi ricerca ancora 90 minuti di divertimento e distrazione in quel pallone che rotola. Atletico Madrid-Barcellona è stato uno spettacolo, uno di quelli che vorresti che non finisse, perché hai ancora l'impressione che ci sia qualcosa in sospeso, che debba ancora accadere altro. Ogni tanto un occhio ci provava pure a finire sul derby di Milano, ma senza neanche rendersi conto pochi istanti dopo era finito di nuovo ad osservare quel genio di Yamal fluttuare sul prato del Metropolitano.

Sono mancati i gol, è vero. Ma fossero tutti così gli 1-0 saremmo ben lieti di abbracciare il corto muso come nuova filosofia dominante. Atletico e Barcellona se la sono giocata senza paura, dall'inizio alla fine, non badando minimamente al fatto che il risultato fosse in bilico e che scoprirsi sarebbe potuta essere una condanna. I ventidue in campo si sono divertiti e hanno divertito. Molto, ma molto di più il Barcellona, che è probabilmente la squadra più forte attualmente in Europa per tanti fattori. Ai Colchoneros, più che altro, va dato il merito di esser rimasti in partita, di aver limitato i danni in un primo tempo complicato e di essere rientrati poi nella ripresa con una fame diversa.

Atletico Madrid-Barcellona, la partita

—  

In questa semifinale di ritorno, così come in quella dell'andata, c'è stato tanto Barça fin dai primi minuti. I blaugrana hanno le idee chiare. Lasciano la palla tra i piedi di Lamine Yamal, che di anni ne ha appena 17 ma che gioca con la classe e la maturità di un campione d'altri tempi. Se non da lui, si va per vie centrali. Veloci in verticale, con tanti tocchi ravvicinati, mettendo in mezzo e lasciando dietro i difendenti biancorossi. Lo hanno fatto per tutta la serata, e lo fanno da una stagione intera. Ma lo fanno talmente bene che, pur sapendolo, non li riesci a fermare.

È stato uno spettacolo e vogliamo ribadirlo, e che sarebbe stata una serata dai grandi colpi lo si era capito dopo appena 4 minuti. La difesa del Barcellona sputa fuori dall'area di rigore un pallone, Ferran Torres viene incontro e apre sulla destra verso Yamal e lo spagnolo cosa fa? Esterno sinistro di prima intenzione, ad aggirare tutta la difesa dell'Atleti per servire la corsa di Raphinha dall'altra parte del campo. Con un giro in meno, il brasiliano si sarebbe ritrovato in porta, ma quello è un pallone visionario.

Yamal alieno nella notte del Metropolitano, il Barcellona incanta e domina l’Atletico Madrid- immagine 2

Il Barcellona ha messo sotto l'Atletico nel primo tempo e ci ha provato un paio di volte, sempre con giocate del numero 19, prima di sbloccare la partita al 27' con Ferran Torres, al quinto gol nelle ultime 4 partite. Ah, già: l'assist, ovviamente, è di Yamal. Ci sarebbe stato poi modo di farne qualcun altro, ma in più occasioni alla formazione di Flick è mancata veramente solo la ciliegina sulla torta. Nel primo tempo come nel secondo, dove tuttavia va riconosciuto un approccio migliore da parte dell'Atletico.

Eppure, se i Colchoneros sono stati sicuramente più presenti in campo (annullato anche il gol del pari a Sorloth per fuorigioco), hanno fatto davvero fatica ad essere pericolosi lì davanti. Ci si poteva aspettare sicuramente di più dall'Atletico, che non è stato affatto remissivo ma che a conti fatti è riuscito a calciare solamente 6 volte e senza mai trovare lo specchio della porta. Per il Barça ora c'è la finale e l'appuntamento è fissato al 26 aprile, nel Clasico contro il Real Madrid.

Yamal alieno nella notte del Metropolitano, il Barcellona incanta e domina l’Atletico Madrid- immagine 3

Tre riflessioni dopo il big match

—  

Cosa ci resta di questo Atletico Madrid-Barcellona? Innanzitutto il divertimento che le due squadre hanno saputo regalare al pubblico. Quando il collegamento con il Metropolitano si chiude, la pancia è piena, il sorriso è stampato sul volto, la testa è più leggera. Si sono affrontate due formazioni che se le sono date quando c'è stato bisogno di darsele, ma che ci hanno messo una qualità e un'intensità a cui noi italiani di certo non siamo abituati. E c'è un Barcellona che oggi è tornato finalmente ad incantare, con la classe e le giocate dei suoi talenti, con le idee di Hansi Flick, con una squadra che in campo si lega, si intende a memoria e che ha fame.

Yamal alieno nella notte del Metropolitano, il Barcellona incanta e domina l’Atletico Madrid- immagine 4

Poi, è impossibile non commentare la prestazione assurda di Lamine Yamal. Lo spagnolo sembra letteralmente levitare, si muove con una leggerezza, una fluidità e una rapidità che sono disarmanti. Quando parte e cambia passo non lo si riesce a tenere mai, anche perché più lui aumenta i giri e più il pallone gli si incolla al piede. Per certi versi, per certe movenze, per il modo in cui accarezza il pallone in conduzione, in tante sue sfumature ci fa intravedere qualcosa di Neymar. Sta in campo con una personalità impressionante, fa tante cose e le fa tutte bene. Per talento puro, per qualità e precocità, potremmo dire che Lamine Yamal potrebbe essere quello che Lionel Messi è stato per la generazione precedente. Gioca con una serenità e con una semplicità francamente imbarazzanti, tali da far dimenticare l'età che ha. Straordinario, e quando è in serate come ieri non lo si ferma.

Yamal alieno nella notte del Metropolitano, il Barcellona incanta e domina l’Atletico Madrid- immagine 5

E poi un plauso va anche all'arbitro José Luis Munuera Montero, che ha saputo mantenere sempre sotto controllo la partita con grande polso, gestendo alla perfezione i cartellini e non sbagliando praticamente nessuna scelta nei 90 minuti. Ed è sinonimo di grande personalità anche la decisione di non espellere Azpilicueta dopo appena 7 minuti, nonostante il richiamo al monitor del Var (scelta a nostro avviso corretta). L'intervento è duro e in ritardo su Raphinha, e su questo non ci piove, ma un direttore di gara deve anche saper leggere le partite e i momenti. Ci vuole grande polso per mantenere la propria decisione. E se la partita è filata via così liscia, il merito è anche suo.

Yamal alieno nella notte del Metropolitano, il Barcellona incanta e domina l’Atletico Madrid- immagine 6