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Aveva eliminato l’Inter: l’Helsingborg rischia il fallimento a causa delle perdite economiche da Coronavirus

GOTEBORG,SWEDEN - JULY 6:  The IFK Goteborg fans during the Swedish Allsvenskan League match between IFK Goteborg and Helsingborg at the Gamla Ullevi Stadium on July 6, 2014 in Goteborg,Sweden. (Photo by Bobbo Lauhage/EuroFootball/Getty Images)

Nonostante il solido sistema statale di Svezia e Danimarca verso i lavoratori privati, le conseguenze della crisi restano pesantissime anche in Scandinavia

Redazione DDD

In un periodo di crisi forzata a causa del Covid-19, sono i campionati e le competizioni meno importanti a rischiare di perdere una fetta consistente di introiti legati alle tv ed agli sponsor. Ogni paese sta però cercando di trovare delle coperture adatte, anche per salvaguardare i calciatori: i paesi scandinavi, grazie al loro welfare e ad alcune leggi già previste per "cause eccezionali", sembrerebbero più solidi di altri. L'Allsvenskan e la Superligaen, i campionato di Svezia e Danimarca, non dovrebbero, almeno in teoria, rischiare il tracollo.

In Svezia vige una legge secondo la quale un dipendente privato, se fermo per cause di forza maggiore, continua a ricevere il 90% dello stipendio per circa un triennio, grazie ad uno sforzo statale pari al 6% del pil. Nonostante questo, Calcio Svedese rende noto che una delle società più storiche del paese, l'Helsingborg, rischierebbe di fallire proprio a causa della crisi. In questo caso l'allarme è arrivato dal presidente dell'HIF, Krister Azelius: 3Il Coronavirus ci tocca senza pietà. Supponendo che l'Allsvenskan inizi a maggio o giugno, abbiamo stimato perdite per 17 milioni. A quel punto, con un patrimonio netto di 2 milioni, a causa del passivo di 15 milioni non ci iscriveremo al campionato. Non stiamo gettando la spugna - ha concluso Azelius, ripreso da Sportbladet - ma la conseguenza non potrebbe che essere il licenziamento di staff e giocatori". Il club svede aveva eliminato l'Inter allenata da Marcello Lippi, nei preliminari di Champions League dell'estate 2000.

In Danimarca, il lavoratore privato riceve il 75% dello stipendio per un triennio. Essendo considerati come dipendenti di aziende private, un tale stimolo permetterebbe anche ai calciatori di restare legati alle proprie squadre, senza doversi svincolare per non inficiare sul budget della società né peggiorarne la salute sportiva.

 

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