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Bolivia, i tifosi aggrediscono i giocatori a colpi di…ananas!

Bolivia, i tifosi aggrediscono i giocatori a colpi di…ananas! - immagine 1

Rubilio Castillo, attaccante honduregno del Royal Pari, è stato aggredito dai suoi tifosi dopo il 2-2 con l’Atlético Palmaflor all’Estadio Tahuichi Aguilera, match in cui non è nemmeno sceso in campo

Davide Capano

La rabbia dei tifosi quando i risultati della propria squadra non vanno come previsto genera situazioni insolite e del tutto riprovevoli. Dall’urlare senza sosta dalle tribune alla pubblicazione di messaggi orribili sui social media. Stavolta, invece, si è verificata una situazione violenta in Bolivia che è diventata rapidamente virale sul web.

Il Royal Pari ha affrontato in casa giovedì scorso l’Atlético Palmaflor nel 24esimo turno della Primera División e, dopo aver pareggiato 2-2, la rabbia si è scatenata tra i supporter locali. Più di uno è rimasto deluso dalla prestazione della squadra attualmente al quinto posto, a dodici punti dalla capolista Always Ready. Alla fine della gara, i tifosi dei Los Inmobiliarios hanno perso le staffe, aggredendo i giocatori.

A farne le spese soprattutto Rubilio Castillo. Il 29enne calciatore honduregno stava andando alla sua macchina, ma è stato “sgridato” da un cospicuo numero di “fan” e colpito da diversi… ananas. In quel momento l’attaccante si è difeso, ed è scoppiata una rissa impensabile tra chi voleva difenderlo e chi lo attaccava. Poco dopo è arrivata la polizia per calmare la situazione, però il tutto è stato registrato in un video diventato subito molto cliccato. Castillo ha finora realizzato 9 gol col Royal Pari ed è il capocannoniere del team. Non solo, ma curiosamente nel pareggio all’Estadio Ramón Tahuichi Aguilera, non aveva nemmeno giocato!

La società boliviana, intanto, ha rilasciato un comunicato di ripudio dell’accaduto e di solidarietà al giocatore honduregno. “Dal club esprimiamo il nostro anticonformismo sugli eventi accaduti dopo la partita della squadra professionistica ed esprimiamo il nostro rifiuto a qualsiasi forma di violenza e aggressione. Il calcio non può essere una scusa per attaccare un'altra persona, indipendentemente dal fatto che sia un giocatore, manager, tifoso o membro dello staff tecnico”, si legge nella nota.

E aggiunge: “Il nome di un’intera tifoseria e di una società è macchiato da atti così riprovevoli. Ci sono molti modi per mostrare anticonformismo senza ricorrere alla violenza”. Infine il Royal Pari conclude: “Invitiamo tutti i nostri tifosi a vivere il calcio in pace, come una famiglia, e ci auguriamo che atti come quelli avvenuti ieri (giovedì 28 ottobre, ndr) non si ripetano”.

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