Le luci del Dall’Ara sono pronte ad accendersi per una notte che promette scintille. Giovedì 27 novembre 2025, il Bologna ospita il Salisburgo per una sfida cruciale di Europa League. Se per i rossoblù questa gara rappresenta l'ennesima tappa di consolidamento in campo internazionale, per gli austriaci è la normale amministrazione di chi vive l'Europa come vetrina naturale.
EUROPA LEAGUE
Bologna-Salisburgo, come funziona l’ecosistema calcistico Red Bull?

Da una parte c’è la passione viscerale di una piazza storica italiana, dall’altra la fredda e perfetta efficienza di un laboratorio calcistico. Sul campo si affronteranno due squadre, ma in tribuna si scontreranno due filosofie opposte: la tradizione contro la multinazionale.
Come funziona il modello Red Bull
—Quando Dietrich Mateschitz rilevò l'Austria Salisburgo nel 2005, cambiandone nome e colori, molti gridarono allo scandalo. Vent'anni dopo, quell'acquisizione ha riscritto le regole del management sportivo. Il modello Red Bull non è una semplice sponsorizzazione, ma un ecosistema integrato e globale che ha trasformato il calcio in una scienza esatta.

Al centro di tutto c'è una visione piramidale e sinergica. Il Salisburgo non è un'entità a sé stante, ma un ingranaggio fondamentale di una macchina che comprende il RB Lipsia (la punta di diamante in Bundesliga), il New York Red Bulls in MLS, il Red Bull Bragantino in Brasile e altre accademie sparse per il mondo. Non si tratta di club "gemelli", ma di vasi comunicanti.
Un'unica filosofia e la rete di scouting
—La vera rivoluzione del modello, tuttavia, non è finanziaria ma tecnica. Tutte le squadre della galassia Red Bull giocano (o tentano di giocare) allo stesso modo. È un marchio di fabbrica indelebile: calcio verticale, pressing asfissiante, intensità fisica e transizioni rapidissime. Un giocatore formato a Salisburgo può trasferirsi a Lipsia e non avrà bisogno di tempo per adattarsi, perché il "codice sorgente" del gioco è lo stesso. Questo sistema è alimentato da una rete di scouting che ha pochi eguali al mondo. La strategia è chiara: individuare i talenti prima degli altri (spesso tra i 16 e i 19 anni), farli crescere nel "laboratorio" di Salisburgo (o nella squadra satellite del Liefering), lanciarli in Europa e rivenderli a cifre astronomiche. Erling Haaland, Sadio Mané, Dominik Szoboszlai e Karim Adeyemi sono gli esempi più celebri.

Il Salisburgo accetta di perdere i suoi pezzi migliori ogni estate, perché il sistema è progettato per rimpiazzarli immediatamente con la "next big thing".
Bologna, attenzione al Salisburgo
—Il Salisburgo si presenta al Dall'Ara con un biglietto da visita che fa tremare i polsi. In campionato la squadra viaggia a ritmi vertiginosi, con una media di quasi 3 gol a partita e il primato solitario nel campionato austriaco. Ma è il dato europeo a dover preoccupare maggiormente i felsinei: in questa Europa League, il Salisburgo è la squadra che effettua più recuperi palla nella trequarti avversaria e vanta l'età media più bassa della competizione (appena 21,8 anni).

Numeri che raccontano di una squadra che non specula, ma aggredisce: il 40% delle reti arriva nell'ultima mezz'ora di gioco, a testimonianza di una tenuta atletica straripante che costringerà il Bologna a non abbassare la guardia fino al fischio finale.
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