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clasico colombia lamerica cali batte la maledizione

di Enrico Vitolo – Una vittoria che ha spazzato via qualsiasi eventuale dubbio. Anche il più insignificante. Ma solo il pensiero di (ri)parlarne a chi per settantadue anni ha creduto di non aver mai vinto per colpa di una maledizione...

Enrico Vitolo

di Enrico Vitolo -

Una vittoria che ha spazzato via qualsiasi eventuale dubbio. Anche il più insignificante. Ma solo il pensiero di (ri)parlarne a chi per settantadue anni ha creduto di non aver mai vinto per colpa di una maledizione sarebbe stato davvero un autogol clamoroso. Un autogol che (quasi) nessuno comunque ha commesso nelle ultime ore. A fare il resto, poi, ci ha pensato il risultato (positivo) di sabato sera. Ma dal 1979, momento nel quale vinse finalmente il primo campionato colombiano dopo una messa indetta per sconfiggere la maledizione che si considerava ormai infinita, in casa America de Cali la preoccupazione è svanita ufficialmente via e al successivo impegno di campionato si è sempre pensato con estrema positività. Specie se quell’impegno ha un nome ben preciso: derby. La partita delle partite, che tutti vorrebbero giocare.

Eppure qualcuno, forse, nelle ore precedenti al fischio d’inizio del classico colombiano si sarà fatto prendere dal panico quando avrà scoperto che negli ultimi cinque precedenti erano stati appena 4 i punti conquistati sui 15 disponibili (1 vittoria, 1 pareggio, 3 sconfitte), ma quel panico è svanito via sabato quando la squadra di Fernando Castro ha confermato a chi avesse ancora delle perplessità che le dicerie non contano. Ciò che conta è esclusivamente quello che si fa all’interno del rettangolo verde. Decisivo, guarda caso, un autogol di De Lorenzi al 47’ del primo tempo che è servito all’America per sbarazzarsi dei cugini del Deportivo Cali (1-0) che in un colpo solo, davanti al proprio pubblico, hanno perso non soltanto la super sfida cittadina ma anche la possibilità di poter scavalcare in classifica proprio gli eterni rivali (ora è +4 per l’America).

Novantasette minuti che sono sembrati infiniti, vissuti in un clima non esattamente amichevole. Che hanno messo la parola fine al derby numero 285. Una storia davvero lunga che ha fatto parlare di sé in passato (purtroppo) anche per motivi extracalcistici, come dimenticare i 24 morti e 163 feriti del 17 novembre del 1982, e che intanto nel futuro prossimo riconquisterà immediatamente l’attenzione del mondo intero. Tempo appena un mese di attesa e si ritornerà nuovamente in campo per un nuovo derby, quello del 14 aprile in programma questa volta in casa dell’America de Cali. Ma in attesa che qualcuno possa farsi “riconquistare” dalle paure di una nuova possibile maledizione, per qualche giorno per tutti i biancorossi l’unica conquista certa sarà la vittoria ottenuta sabato sera nell’ultimo derby.

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