Cruzeiro e Gremio si sfidano nella 13a giornata del Brasileirao. Il Cruzeiro tenta l’assalto al Flamengo, capolista solitaria, il Gremio vorrà invece cambiare marcia dopo un avvio discontinuo prima del Mondiale. Uno dei doppi ex della Raposa e del Tricolor dos Pampas è Felipe Melo, protagonista in Italia con le maglie di Fiorentina, Juventus e Inter.
Brasile
Cruzeiro, Gremio e tanto altro ancora: la carriera di Felipe Melo

Gli esordi in Brasile: Flamengo, Cruzeiro e Gremio
—Nato nello stato di Rio de Janeiro, a Volta Redonda, Felipe Melo è uno dei giocatori più importanti ad aver vestito la maglia di Cruzeiro e Gremio. Dopo gli esordi con la maglia del Flamengo, il tignoso centrocampista classe 1983 si sposta a Belo Horizonte nel 2003, sponda Cruzeiro. In una stagione intensa gioca 31 partite nel Brasileirao, segnando 2 gol contro Bahia e Santos. Da segnalare poi anche il primo gol in Copa Libertadores, contro il Caracas Fc. Non solo, a livello di squadra l'annata positiva consegna a Felipe Melo anche i primi due trofei importanti della sua carriera: il Brasileirao e la Coppa del Brasile.

Ad appena 20 anni è sicuramente un bottino importante, che convince il Gremio a investire su di lui: a inizio 2004 sposa infatti la causa del Tricolor. L’avventura di Felipe Melo al Gremio è quella che gli consentirà di raggiungere finalmente l’Europa. Non gioca tantissimo, solo 19 presenze per lui, ma quando è chiamato in causa fa molto bene. Segna anche tre gol, migliorando lo score della stagione precedente. Sicuramente i gol non sono la specialità della casa, ma, uniti alla grinta e alla solidità difensiva che conosciamo bene, Felipe Melo convince il Maiorca e approda nel calcio europeo.
Gli anni in Europa
—A Maiorca gioca poco e i rossoneri decidono di rinunciare a lui dopo appena sei mesi. Resta in Spagna, per due anni al Racing Santander. Gioca 49 partite tra il 2005 e il 2007, segnando sei gol. Si toglie addirittura lo sfizio di timbrare il cartellino al Santiago Bernabeu, in una memorabile vittoria esterna del Racing contro i Blancos per 1-2. Poi l’ultima esperienza in terra iberica, con l’Almeria. Gioca 34 partite, segna ben sette gol, nella miglior annata dal punto di vista realizzativo della sua carriera.

La grande stagione 2007-2008 convince la Fiorentina a puntare su di lui. Un anno in viola, l’esordio in Champions League e poi subito un altro trasferimento, verso la Juventus, con i tifosi gigliati che non prendono bene la decisione del brasiliano. Resterà a Torino per due anni, in un periodo in cui la Vecchia Signora faceva fatica a ottenere risultati degni della sua storia. Dopo l’esperienza in Italia c’è la chiamata del Galatasaray, il club con il quale ha giocato più partite in Europa. Quattro stagioni in Turchia, tre campionati vinti e poi il ritorno in Italia, all’Inter.
Il ritorno in Brasile e le tre Libertadores
—In nerazzurro Melo faticherà a trovare spazio, con un totale di 26 apparizioni in un anno e mezzo. Il centrocampista decide dunque di tornare in Brasile, dove vive una sorta di seconda giovinezza. Prima con il Palmeiras, poi con il Fluminense, Felipe Melo riesce a raccogliere un numero impressionante di trofei. Nel 2018 vince il Brasileirao con il Palmeiras, nel 2020 la Coppa del Brasile.

Solo un assaggio di quanto succederà tra il 2020 e il 2023. Due volte con il Verdao, nel 2020 e nel 2021, poi con il Fluminense, nel 2023, vince la Copa Libertadores per tre volte in quattro anni. A fine 2024 poi la decisione: basta così, è il momento di appendere gli scarpini al chiodo. Si chiude così la carriera lunga e intensa di Felipe Melo.
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