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La clamorosa retrocessione in Conference League è stato a dire poco un fulmine a ciel sereno per il Crystal Palace. In un colpo tutti gli sforzi fatti per la miracolosa qualificazione in Europa League sono stati frantumati da una decisione che, ovviamente, è arrivata in pochi secondi alle orecchie di tutta la tifoseria delle Aquile. Quest'ultima ha dunque deciso di reagire.
L'obiettivo è uno solo: convincere l'UEFA a tornare sui suoi passi e ridare il posto in Europa League al Crystal Palace. E' il grido che nelle ultime ore ha emesso tutta la tifoseria delle Aquile, riunitasi fuori da Selhurst Park per protestare a seguito della retrocessione del club in Conference League. Come ricordiamo, la squadra di Oliver Glasner aveva sconfitto, contro ogni pronostico, il Manchester City nella finale di FA CUP conquistando così non solo il primo trofeo della loro storia ma anche la diretta qualificazione in Europa League, poi tolta per la violazione dei criteri di proprietà multi club.
A seguito di questa decisione, come riporta il quotidiano The Guardian, il club avrebbe deciso di appellarsi al tribunale arbitrale dello sport. Proprio il presidente del Crystal Palace Steve Parish ha parlato di questa retrocessione come "probabilmente una delle più grandi ingiustizie che siano mai accadute nel calcio europeo". Lo stesso Parish ha anche rivelato che il proprietario dei New York Jets, Woody Johnson, ha superato il test dei proprietari e dei direttori della Premier League che dovrebbe consentirgli di completare l'acquisto della quota del 43% di John Textor nei prossimi giorni. Tuttavia, l'Uefa ha ritenuto che la mossa fosse arrivata troppo tardi. La protesta organizzata ha visto la partecipazione di centinaia di tifosi che hanno marciato da Norwood High Street allo stadio del Palace. "Uefa: moralmente in bancarotta. Revocate la sentenza ora", recitava un grande striscione in testa alla marcia, con un altro che recitava: "Calcio: creato dai poveri, rubato dai ricchi".
Come spesso si dice: "L'unione fa la forza". Questo perché la situazione che sta vivendo il Crystal Palace ha colpito così tanto i tifosi delle Aquile da chiedere l'aiuto degli altri club della Premier League. I Fanatics, per esempio, avevano detto che era "tempo di agire" e hanno invitato i tifosi ad unirsi alla causa. "Coloro che sono disillusi dallo stato del calcio moderno, coloro che sono stanchi delle autorità che favoriscono un piccolo cartello di club più grandi tutti in nome del profitto, e coloro che vogliono riportare il calcio ai tifosi, a cui appartiene", si legge in una dichiarazione che annuncia la protesta.
"Dobbiamo unirci affinché la nostra voce sia ascoltata in tutta Europa - continua la dichiarazione - Non si tratterà di un'azione isolata, ma dell'inizio della campagna contro i responsabili della corruzione morale e finanziaria che ha afflitto il gioco moderno. Ricordiamo alla Uefa e al Cas che questa sentenza può, e deve, cambiare". Nello stesso tempo è stata lanciata anche una petizione sui social che chiede alla Uefa di riportare il Palace in Europa League. Pubblicata lo scorso venerdì, la petizione ha raggiunto le 3.ooo firme. La Uefa ha respinto un tentativo di Textor e del co-proprietario americano David Blitzer, l'azionista di maggioranza del club danese Brondby, qualificato per la Conference League, di collocare le loro azioni in un blind trust perché non avevano rispettato la scadenza di marzo.
L'uso di un blind trust ha permesso ad altri club con gli stessi proprietari di giocare insieme in una competizione Uefa. Fonti dell'organo di governo europeo, hanno confermato di aver autorizzato entrambi i club a giocare nella stessa competizione, avendo ritenuto che Blitzer non abbia un'influenza decisiva sul Palace. Tuttavia, tramite un posto su X, Parish ha messo in discussione la logica dietro il sistema attuale. "Mettiamoci a letto questa assurdità del tipo 'LORO non hanno rispettato la scadenza'. Diciamo che io, Josh, David e tutti tranne Eagle football abbiamo depositato le nostre azioni in un "blind trust" prima del 1° marzo. Tre persone a caso avrebbero avuto il controllo del club da allora, ma secondo l'interpretazione delle regole della Uefa saremmo ancora fuori dall'Europa League".
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