Derby fra giustizia Iran e Fifa: sulla pelle dei diritti delle donne e delle tifose

Il procuratore generale iraniano, Mohammad Yafar Montazeri, ha dichiarato ieri che il divieto di accesso delle donne agli stadi di calcio in Iran “non è un affare” della FIFA, come riportato dall'agenzia di stampa iraniana ISNA.

Il numero uno del football mondiale, Gianni Infantino, in giugno, aveva invitato la Federazione iraniana di calcio (FFIRI) a garantire che le donne potessero partecipare alle partite della nazionale maschile durante le fasi di qualificazione verso i Mondiali di Qatar 2022.

In una lettera inviata alla FFIRI, raccolta dalla Reuters, Infantino ha richiesto un piano contenente le azioni da intraprendere in modo che le donne possano acquistare i biglietti per le partite della fase di qualificazione, che riprendono il 5 settembre.

Le autorità iraniane hanno vietato alle donne di assistere alle partite di calcio dalla Rivoluzione islamica del 1979. Il “motivo”? Proteggerle da un ambiente prevalentemente maschile e dalla vista di uomini in abbigliamento sportivo.

Il presidente dell’Iran, Hassan Rouhani, ha ripetutamente espresso la sua disponibilità a porre fine a questo veto, sebbene i suoi tentativi di modificare questa misura abbiano dovuto affrontare una dura opposizione da parte dei settori ultra-conservatori del paese.

Però va ricordato che lo scorso novembre alcune donne hanno potuto seguire allo stadio di Teheran la finale della Champions asiatica, a cui ha assistito anche Infantino.

La prima data in cui l’Iran giocherà in casa è il 10 ottobre, giorno della sfida contro la Cambogia. Successivamente la nazionale iraniana tornerà ad esibirsi davanti ai suoi sostenitori il 26 marzo del 2020, contro Hong Kong. In queste occasioni si vincerà definitivamente il derby della civiltà? Sarebbe ora…