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IL DERBY DELLA SETTIMANA – Albania, è contestazione contro il Governo: tutto il calcio in sciopero

I derby della settimana nella rubrica di Consuelo Motta

Tutto il calcio in sciopero: succede in Albania, dove le società minacciano di non giocare finché il Governo non varerà le riforme promesse nel 2016

Consuelo Motta

Avevano chiesto delle garanzie finanziarie, ma il Governo non ha tenuto fede agli accordi: adesso in Albania tutto il calcio è in sciopero, dalla massima serie fino alle categorie giovanili. Una situazione che ha dell’incredibile, e probabilmente nessun precedente.

Le trattative si sono aperte nel 2016 quando in Parlamento si discusse una riforma sullo sport, e si sono trascinate fino al 2019, quando il Governo albanese ha promesso di rimodulare le leggi finanziarie riguardanti investitori e proprietari, entro e non oltre cento giorni. Questo è quello che ha raccontato a TMW Aldi Topciu, dg della Federazione albanese.

“I presidenti che investono non sono soggetti delle agevolazioni. Questo non ci piace, perché avevamo fatto delle richieste disattese”, spiega ancora al collega Marco Conterio. “Pubblicamente, poi, non ci piace che il Governo e la politica dicano che non abbiamo fatto quel che ha chiesto la Federazione. E non è vero. Ci siamo fermati: non è una decisione arrivata in una notte ma che si è rinforzata in quattro anni”.

Le riforme si rendono necessarie, soprattutto per i debiti che lo sport ha accumulato dopo la caduta del Comunismo, con il passaggio delle società da proprietà statali a proprietà private. Le riforme richieste, spiega Topciu, non andrebbero a toccare i conti, anzi, permetterebbero alle società sportive di mantenersi da sole, pesare meno sulle casse dello stato e di conseguenza sulle tasche dei contribuenti.

Già nel mese di marzo, la classe arbitrale aveva fermato il campionato nazionale con uno sciopero, a seguito di un aggressione perpetrata ai danni di un direttore di gara. Dopo quell'episodio, l'Unione Arbitri Albanesi ottenne l'introduzione di misure urgenti a contrasto della violenza nello sport. Un grande risultato che però non fece da apripista per altre riforme, come aveva sperato la Federazione.

Sulla questione è intervenuto anche Refik Halili, presidente del KF Tirana, che ha spiegato come le società pensavano già di fermare il calcio durante la scorsa stagione. Da 30 anni Halili, investe anche di tasca propria per far fronte ai debiti della squadra, la più titolata d’Albania. Ma è una situazione divenuta ormai insostenibile, per questo le società remano tutte dalla stessa parte. “Siamo disposti ad andare avanti con lo sciopero finché lo Stato non accetterà le nostre proposte”, conclude.

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