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Ecuador, campionato fermato a 5 minuti dal fischio d’inizio: Petrone “Tanti contagiati ad un matrimonio”

FLORENCE, ITALY - MARCH 09: Renzo Ulivieri President National Association coaches (L) , Mario Petrone manager of Bassano Calcio (C) during the "Panchina D'oro season 2013-2014" on March 9, 2015 in Florence, Italy.  (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)

Mario Petrone racconta l'Ecuador e il suo calcio...

Redazione DDD

Il Coronavirus ha fischiato lo stop anche in Ecuador, dove Mario Petrone, allenatore che in Italia ha guidato, tra le altre, Ascoli, Catania e Pisa, dal mese di gennaio è sulla panchina del Club Deportivo y Social Santa Rita, nella Serie B del Paese. Raggiunto da TMW, racconta come nel paese centroamericano stanno vivendo questo difficile periodo: “Siamo in isolamento dall’altra domenica. Diciamo che la situazione non è drammatica: qui il virus è arrivato un po’ in ritardo e hanno potuto giocare d’anticipo. Seguendo gli esempi di Cina e Italia, hanno limitato gli arrivi. Ma casi ce ne sono: per esempio in una cittadina vicina si è ammalata una signora che veniva dalla Spagna. E in un’altra hanno fatto un matrimonio, si sono contagiati tanti dei partecipanti”.

Il calcio in Ecuador non si è fermato subito: “E stavamo per giocare ancora. Sabato siamo andati in trasferta, a Pelileo, sul monte Chimborazo, in altura. Abbiamo fatto il riscaldamento, poi il riconoscimento con l’arbitro. Cinque minuti prima del fischio d’inizio, è arrivato un dirigente della Lega a comunicarci che il presidente dell’Ecuador ha sospeso ogni tipo di attività. Quel sabato erano decedute cinque persone. Sul momento la decisione ci è stata comunicata un po’ così, ma hanno fatto bene. La settimana precedente avevamo giocato a porte chiuse e sinceramente è stato meglio così”.

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