derbyderbyderby calcio estero Francia, Sidney Govou ricorda il suo calvario: “Ho rischiato l’amputazione di una gamba”
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Francia, Sidney Govou ricorda il suo calvario: “Ho rischiato l’amputazione di una gamba”

Mattia Celio
Mattia Celio Redattore 
L'ex giocatore dell'OL ha davvero rischiato di rimanere senza una gamba a causa di un'infezione post intervento. Una lotta che alla fine il francese ha vinto.
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Ad un certo punto Sidney Govou se l'è vista brutta. Ma veramente brutta. L'ex stella francese e del Lione ha raccontato al quotidiano Le Parisien del suo calvario vissuto nel 2013, quando era ancora un calciatore in attività. Un calvario in cui il classe '79 ha dovuto fare i conti con seri problemi di salute che avrebbero potuto avere gravi conseguenze.

Francia, l'agonia di Sidney Govou: "Mi proposero l'amputazione e accettai. Ero distrutto"

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La carriera di Sidney Govouha rischiato di terminare nel peggiore dei modi. L'ex giocatore del Lione, che conta 49 presenze e 10 reti con la Francia, ha raccontato di come la sua vita stava per essere stravolta da un infortunio che lo ha portato a patire le pene dell'inferno. Nel 2010, dopo ben 412 partite, 47 reti  e 7 Ligue1 con la maglia dell'OL, Govou si è trasferito in Grecia al Panathinaikos per poi tornare in patria all'Evian. In entrambi i club le esperienze non furono memorabili. Ma la vera partita la stella francese la giocò nel 2013. Una partita, a tutti gli effetti, vitale.

"Dopo un intervento chirurgico al tendine rotuleo, ho contratto un'infezione da stafilococco in ospedale, ed è stata una decisione rischiosa - ha iniziato l'ex OL - ho quasi dovuto farmi amputare parte della gamba sinistra". Una situazione dovuta ad un fortissimo dolore all'arto per le conseguenze dell'infezione: "Avevo così tanto dolore che un medico mi ha detto che la soluzione migliore era l'amputazione. Ero sotto morfina e soffrivo così tanto che ho accettato. Ero completamente distrutto dal dolore".

Alla fine però, su forte spinta dell'ex moglie dell'agente, Govou decise di cambiare idea iniziando così una lunga fase di cure. Precisamente della durata di sei mesi: "Due volte al giorno un'infermiera mi cambiava la flebo. Era come fare la chemioterapia". Il tutto con il forte rischio di non potere più camminare. Ma alla fine, fortunatamente, il giocatore si è ripreso e ha potuto anche tornare a giocare a calcio: "Ho giocato da dilettante a Chasselay. Oggi gioco ancora con i veterani. E ho anche corso gli ultimi 23 chilometri della Sainté-Lyon".