Il calcio svizzero rischia l’insolvenza: dall’11 settembre stadi pieni al 50 per cento nella Confederazione elvetica

Il campionato di calcio professionistico svizzero (SFL) ha proposto maschere obbligatorie per gli spettatori e un divieto di trasferta ai tifosi, per consentire a più persone di entrare negli stadi dalla prossima stagione. L'SFL ha dichiarato di ritenere che tali misure consentiranno di utilizzare almeno la metà della della capienza esistente in ogni stadio all'inizio della nuova stagione, il prossimo 11 settembre. "Un ritorno alla normalità il più presto possibile è di fondamentale importanza per la sopravvivenza dei club", ha affermato in una nota.

Le due divisioni della lega svizzera sono state fermate a marzo a causa della pandemia di Coronavirus e sono ricominciate a giugno con un massimo di 1.000 persone autorizzate a partecipare alle partite ai sensi delle normative governative. "Tuttavia, questa misura non ha migliorato in alcun modo la situazione economica delle squadre di calcio", ha affermato l'SFL, aggiungendo che, a differenza dei campionati più grandi, le sue squadre dipendevano fortemente dalle entrate al botteghino dello stadio sopravvivere.

L'SFL ha affermato che il suo protocollo sanitario per la prossima stagione, che avrebbe dovuto essere approvato dal governo, includeva "un obbligo generale di indossare maschere in tutte le aree dello stadio", un divieto per i tifosi ospiti e in piedi e altre misure di accompagnamento. "Dalla nuova stagione in poi, le partite di calcio dovrebbero essere nuovamente accessibili a un pubblico più ampio", ha detto. "Se il reddito urgentemente necessario non è imminente, molte squadre di calcio saranno presto minacciate di insolvenza". La stagione in corso termina il 3 agosto. La Svizzera ha visto un aumento dei casi di coronavirus a luglio con nuove infezioni che superano regolarmente la barriera del 100 al giorno.