John Textor ha parlato chiaro dopo la salvezza dell’Olympique Lione. L’ex presidente dell’OL, ancora azionista di maggioranza attraverso Eagle Football Group, ha espresso durissime critiche nei confronti delle istituzioni calcistiche francesi.
LO SFOGO
John Textor attacca il calcio francese: “Il problema sono io”

In un’intervista rilasciata al podcast britannico White & Jordan su talkSPORT, Textor ha puntato il dito contro la DNCG, la LFP e perfino la FFF. Secondo l’imprenditore americano, la retrocessione, inizialmente imposta al club, era completamente ingiustificata.

“Avevamo liquidità, entrate, progetti. Eppure ci volevano retrocessi” . Textor ha spiegato che l’OL si era presentato davanti alla DNCG con solidità finanziaria. “Disponiamo di importanti flussi di cassa. Avevamo previsto centinaia di milioni dalla vendita di Crystal Palace. Come si può retrocedere un club in queste condizioni?” ha dichiarato.
John Textor: disparità di trattamento rispetto ad altri organismi come l’UEFA
—“Davanti all’UEFA ci siamo presi solo una multa. La DNCG ci ha invece punito con la retrocessione. È un processo che manca di coerenza! John Textor non si nasconde. Ammette che la sua presenza destabilizza l’ambiente. “Penso che io sia il problema. Sono visto come un agente di cambiamento. Ma la governance in Francia è bloccata.”
Ha aggiunto che le decisioni della DNCG sono basate su criteri arbitrari. “Prendono i ricavi da cessioni e li azzerano. È un processo soggettivo, non trasparente. Non è tutto bianco o nero.”
Attacco diretto alla LFP e alla FFF
—L’americano ha criticato duramente anche la Ligue de Football Professionnel e il suo presidente, Vincent Labrune. “La Ligue è accusata costantemente di corruzione. C’è perfino un esposto contro il presidente”. Anche la Federazione calcistica francese non è stata risparmiata. “La FFF vuole prendere il controllo della Ligue. Sarebbe un errore fatale. Le istituzioni dovrebbero collaborare, non combattersi".
La sua visione del calcio è chiara: una struttura simile a quella inglese, in cui ogni club ha voce in capitolo. “Vogliamo un sistema dove i club siano attori, non semplici spettatori. Come in Inghilterra. Ma qui, non è mai stato così.”
Il “cowboy” del calcio francese non vuole cambiare
—Durante una riunione con la LFP, Nasser Al-Khelaïfi lo soprannominò “cowboy”. Un epiteto che Textor accoglie con ironia. “Era divertente. Nasser l’ha trovato simpatico. Ma è vero, non mi adatto al sistema francese.” Ha concluso l’intervista con una riflessione tagliente: “Non sono la persona adatta a chiedere supporto alla DNCG.Sì, il problema sono io. Ma è anche per questo che dovrei restare”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA


/www.derbyderbyderby.it/assets/uploads/202505/21fa662fba164cbebd2d6f18ac8a7691.jpg)