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BRUSSELS, BELGIUM - OCTOBER 01: Sandro Tonali of Newcastle United in action during the UEFA Champions League 2025/26 League Phase MD2 match between R. Union Saint-Gilloise and Newcastle United FC at RSC Anderlecht Stadium on October 01, 2025 in Brussels, Belgium. (Photo by Stuart Franklin/Getty Images)
Sembrava impossibile solo poche settimane fa, eppure oggi a Newcastle echeggiano parole che ribaltano lo scenario. L’avvio di stagione aveva acceso più dubbi che entusiasmo: tra un Isak ormai ai margini - poi volato al Liverpool allo scadere del mercato - e l’arrivo del suo sostituto Woltemade, l’ambiente temeva una frenata improvvisa. Gli innesti di Elanga, Ramsey, Wissa e Thiaw - quasi 200 milioni complessivi - avevano sì rassicurato sulla volontà della proprietà saudita, ma i sei punti raccolti nelle prime cinque sfide di Premier League non lasciavano presagire un percorso lineare.
In questo contesto, le dichiarazioni tonanti del nuovo CEO David Hopkinson sorprendono e cambiano il ritmo. “Potremmo diventare la miglior squadra del mondo entro il 2030”, ha scandito il dirigente, interpretando un momento che improvvisamente sorride: i Magpies non cadono da tre settimane e nel prossimo weekend ospiteranno un Burnley in evidente affanno. Da settembre, dopo la successione a Darren Eales, Hopkinson ha velocizzato il lavoro su un piano quinquennale che punta senza giri di parole al vertice. "Un progresso simile non richiede il tempo che ci si immaginerebbe. Serve chiarezza nelle convinzioni", ha insistito. E quando gli chiedono se il Newcastle possa imporsi in Premier, la risposta è netta: “Sì. Perché no? Dobbiamo renderci contendenti costanti. Occorre ignorare chi non crede in noi, anche chi ci prende di mira”.
Hopkinson non si limita all’aspetto sportivo: per lui la forza del club passa attraverso il legame diretto con il Public Investment Fund saudita. “Sono convinto, profondamente, che per il PIF siamo l’investimento prediletto”, ha rivelato. Un messaggio che risponde alle critiche di presunto disimpegno della proprietà. Il CEO, però, respinge l’idea: “Durante la selezione ho voluto capirlo chiaramente. Esistono proprietà molto presenti e altre distanti. Il PIF appartiene senza dubbio al primo gruppo”. Sul fronte infrastrutturale, però, frena: tra un nuovo impianto e l’eventuale ampliamento di St James’ Park, nessuna decisione verrà presa a breve. “Parliamo di un fondo protagonista sulla scena mondiale. Ci considerano un progetto speciale. Lo percepisco ogni giorno: sono in contatto costante con loro".
Il nodo più urgente, ammette, resta l’impatto dei risultati sui bilanci. “La relazione tra punti e ricavi è evidente”, sottolinea. E qui il Newcastle paga ancora un divario sensibile con le big del campionato. L’ex dirigente del Real Madrid vede però margini concreti: “La crescita commerciale dipende da noi. Ci sono opportunità di partnership e sponsorizzazioni globali già alla nostra portata”. Hopkinson punta anche sul capitale umano: vuole attrarre professionisti di altissimo livello e sente che il club sta cambiando percezione. “Ieri ho parlato con due persone che mi hanno detto: 'Il Newcastle è come un’astronave. Io voglio salirci'". Una frase, quest’ultima, che riassume meglio di tutte l’atmosfera attuale a St James’ Park: da una stagione partita in apnea al rilancio di un progetto che non intende porre limiti alla propria traiettoria. Entro il 2030, parola del CEO, i Magpies mirano a volare. E molto in alto.
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