La stoccata di Mourinho a Guardiola: “Se muori con la tua idea, sei stupido”

José Mourinho non ha perso la voglia di far parlare di sé, e durante una lunga intervista rilasciata a Canal 11 ha offerto una riflessione tagliente sul calcio moderno, non risparmiando frecciate all'amico-rivale Pep Guardiola. Il tecnico del Fenerbahce, attualmente in ritiro precampionato in Portogallo, ha parlato della difficoltà di allenare oggi, della trasformazione del ruolo dell’allenatore e del peso crescente delle percezioni rispetto ai risultati. Con il suo consueto stile diretto e provocatorio, ha ribadito la necessità di adattarsi ai giocatori a disposizione e ha lanciato una chiara accusa a chi, secondo lui, sacrifica il pragmatismo sull’altare dell’ideologia tattica.

Frecciate a Guardiola: “Non si può copiare senza le condizioni”

Mourinho ha usato un esempio molto diretto per spiegare il suo punto di vista: “Ci sono allenatori che provano cose che non funzionano e falliscono, ma poi dicono: ‘Sono morto con la mia idea’. Se muori con la tua idea, sei stupido”.

Una frase che sembra riferita chiaramente a Guardiola, citato in relazione al cambio di portiere durante la sua prima stagione al Manchester City: “Aveva Joe Hart, il miglior portiere inglese, ma voleva Claudio Bravo. Non gli bastava. Allora ha preso Ederson”.

Per Mourinho, l’errore sta nel voler imporre un’idea senza valutare il materiale umano a disposizione. “Gli allenatori devono adattare le proprie idee a ciò che hanno”, ha ribadito. L’ex tecnico di Inter, Chelsea e Real Madrid ha poi criticato il tentativo di “copiare e incollare” modelli di gioco senza le condizioni giuste, sottolineando che oggi esistono molteplici sistemi, ma nessuna formula magica.

Il calcio delle percezioni e la perdita del valore della vittoria

ISTANBUL, TURCHIA - 4 MAGGIO: L'allenatore del Fenerbahce, José Mourinho, osserva la partita di Super League turca tra Fenerbahce e Besiktas, il 4 maggio 2025 a Istanbul, Turchia. (Foto di Ahmad Mora/Getty Images)

Secondo Mourinho, il calcio moderno ha smarrito l’essenza della competizione: “Una volta si pensava che chi vinceva fosse il migliore. Ora, chi crea più percezioni è considerato il più grande”.

Il portoghese ha puntato il dito contro l’industria mediatica e il mercato degli allenatori, dove vengono premiati profili con pochi risultati ma con ottime doti comunicative. “Oggi arrivano in Premier League tecnici di cui non conosco nemmeno il nome”, ha detto.

Nonostante la stagione senza titoli al Fenerbahçe, Mourinho non ha perso la fame: “La pressione è colpa mia, perché ho abituato tutti a vincere. Ma non cambio: voglio ancora vincere la prossima partita”.