Le scuse non bastano

Manchester City che multa: oltre 2 milioni di sterline per i ritardi all’intervallo

Emanuele Landi
Emanuele Landi Redattore 
Il club ha ammesso di aver infranto le regole sul calcio d'inizio nelle ultime due stagioni ma la multa rimane e non c'entra con le violazioni passare delle norme finanziarie dello sceicco
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Sono 22 le violazioni relative al ritardo nell'inizio delle partite (e in particolare nella ripresa dopo l'intervallo) a colpire con una multa il Manchester City. La squadra campione d'Inghilterra non avrà difficoltà economiche nel pagare la sanzione ma lo scotto rimane. La società è stata multata per oltre 2 milioni di sterline (2,09 milioni di sterline, ossia 2,56 milioni di dollari) dalla Premier League per ritardi nel calcio d'inizio e nelle riprese delle partite, come ha comunicato mercoledì la massima serie inglese.

La Premier League ha affermato che il club ha ammesso di aver infranto le regole relative al calcio d'inizio e alle riprese del gioco nelle ultime due stagioni. I Citizens hanno raggiunto un accordo con la Premier per 22 accuse distinte: "Le regole relative al calcio d'inizio e alle riprese aiutano a garantire che l'organizzazione della competizione sia impostata sul più alto standard professionale possibile e fornisca certezza ai tifosi e ai club partecipanti", ha affermato la Premier League in una nota. - "Garantisce inoltre che la trasmissione di tutte le 380 partite della Premier League in tutto il mondo avvenga nei tempi previsti."

Le scuse del Manchester City per la multa non bastano

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Il ritardo maggiore si è verificato nell'ultima giornata col West Ham (2 minuti e 46 secondi). Il Manchester City ha accettato la multa ma il risultato non è cambiato. Il club inglese si è scusato per le violazioni dell'accordo sulle sanzioni e ha confermato di aver ricordato ai giocatori e ai dirigenti del club la loro responsabilità di rispettare le regole. L'attuale sanzione non è correlata alle 115 accuse pendenti mosse alla City per presunte violazioni delle norme finanziarie durante il periodo in cui era proprietaria del miliardario Sheikh Mansour bin Zayed Al Nahyan.