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DONATI E IL CELTIC: LA BIRRA E LA RIVINCITA

Massimo Donati: “Nel derby fra Celtic e Rangers il pathos va oltre il calcio”

GLASGOW, UNITED KINGDOM - OCTOBER 20: Alan Hutton of Rangers is tackles Massimo Donati of Celtic during the Scottish Premier League match between Rangers and Celtic at Ibrox Stadium on October 20, 2007 in Glasgow, Scotland.  (Photo by Jeff J Mitchell/Getty Images)

Massimo Donati oggi fa l'opinionista, ma un futuro da tecnico è la sua grande aspirazione

Redazione DDD

Massimo Donati, ex calciatore e tecnico, attualmente opinionista DAZN si è raccontato a 360 gradi: “Uno dei più bei gol della mia carriera forse è stato proprio il primo in A, nel derby contro il Brescia, squadra nella quale giocava Roberto Baggio, di sinistro riuscii a metterla sotto l’incrocio. Successivamente, anche con la maglia del Messina, sempre di sinistro, andai in rete contro il Brescia. Anche se, sono onesto quando dico che è proprio l’Atalanta la squadra alla quale ho fatto più gol. Al Milan? Mi sono ritrovato in uno dei club più importanti al mondo, confrontandomi con campioni assoluti. Ero giovanissimo all’epoca e forse non ero pronto per quell’avventura e per certi versi mi sentivo arrivato, errore che non ho mai più fatto nel mio percorso calcistico".

 (Photo by Jeff J Mitchell/Getty Images)

Il tema Celtic affrontato nel corso della diretta Instagram sul canale di Taca La Marca: “Ero entusiasta quando mi è arrivata la chiamata del Celtic, mi sentivo pronto per misurarmi in un contesto del genere e di giocare la Champions. Di quel club conoscevo il blasone e la maglia, mi sono ritrovato in un mondo davvero fantastico. Sono stato bene così tanto da intraprendere un percorso da calciatore e da tecnico. Inoltre, mi è sempre piaciuta un’usanza tipica scozzese, che vorrei vedere in Italia: i tecnici dopo l’incontro si incontrano per bere una birra e scambiare delle opinioni. Con il Celtic ho trascorso notti indimenticabili di Champions League, difatti nel girone mi ritrovai il Milan, che mi aveva ceduto l’anno prima, e che battemmo nella partita di ritorno, rappresentò una piccola rivincita. Inoltre non potrò mai dimenticare il gol siglato allo scadere che decise la sfida con lo Shakhtar, partita che aveva il sapore di uno spareggio ai fini della qualificazione agli ottavi, forse il momento più alto ed intenso della mia carriera".

Difensore centrale con Gasperini – “A Palermo dopo l’addio di Sannino, arrivò Gasperini che al suo primo giorno in Sicilia mi chiese se fossi disponibile a giocare al centro in una difesa a tre, la cosa mi entusiasmò visto che potevo toccare tanti palloni in quel ruolo, anche se a volte pagavo il confronto con i centravanti più navigati (Toni, Gilardino). Con Gasperini abbiamo proposto un calcio fantastico, mi sono trovato davvero benissimo, peccato perché fu la classica stagione dove nonostante il gran gioco espresso andava tutto storto. Mi piace tanto l’Atalanta di Gasperini per i suoi principi, una squadra che pressa e che non ha paura di giocare uno contro uno, la mia idea di calcio si ispira ad alcuni concetti di questa squadra. Inoltre apprezzo anche il Verona di Juric che un po' rappresenta lo stesso stile di gioco".

Compagni di squadra – “Mi ha impressionato tanto Maldini, lo vedevi sempre al top sia in campo che in allenamento. Aveva una forza fisica straordinaria e sul piano mentale era davvero incredibile. Un altro compagno che ho avuto davvero forte è stato McGeady al Celtic come del resto anche Nakamura". Tecnici - “Tutti i tecnici che ho avuto mi hanno lasciato qualcosa, dal punto di vista tattico ti faccio i nomi di Gasperini e Ventura".

Derby - “I derby sono tutti belli, partite stupende e vere, cariche di tensione e di emozioni, nonostante ciò, ti cito l’Old Firm tra Celtic e Rangers dove c’è un altro tipo di pathos visto che di va oltre il calcio". Il talento italiano - “Locatelli l’ho conosciuto quando era giovanissimo al Milan, mi ha davvero impressionato la sua crescita, sta facendo grandi cose con il Sassuolo anche grazie a De Zerbi. È davvero un centrocampista completo". Futuro da tecnico - “Mi vedo benissimo nei panni di tecnico, anzi non vedo l’ora. Avere la responsabilità di 24-25 giocatori mi piace, soprattutto guidarli sul piano mentale, infondergli quell’ambizione mediante la quale si può fare tutto".

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