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A 26 anni,Kylian Mbappé taglia il traguardo dei 400 gol in carriera con la doppietta che travolge l’Ucraina e porta la Francia al Mondiale 2026 ma non c’è spazio per l’euforia: per il capitano dei Bleus questo numero è soltanto una tappa, non il punto d’arrivo. Anche la prodezza da lunga distanza, la più lontana mai segnata, non lo sposta dalla sua idea fissa: continuare a segnare, sempre di più, per provare ad avvicinare i monumenti Messi e Cristiano Ronaldo, che hanno riscritto la storia sfiorando quota 900. “Quattrocento non significano nulla se altri ne hanno fatti il doppio”, avverte Mbappé in un'intervista rilasciata a Telefoot. La sua rincorsa ai giganti è appena cominciata.
Kylian Mbappé ha deciso di cambiare passo. Gli anni al PSG e il primo con il Real senza vincere una Champions, hanno smosso in lui un qualcosa che ancora non si era visto prima di questa stagione. Il francese sta letteralmente spazzando via ogni squadra che gli si frappone tra lui e il record di gol in una stagione. Contro l'Ucraina, ha raggiunto un nuovo traguardo nella sua carriera straordinaria, toccando quota 400 gol. Il capitano dei Bleus ha brillato in una serata che resterà simbolica non solo per i numeri ma per la qualità delle sue giocate. In particolare, ha fatto discutere e incantato il gol realizzato da lunga distanza, il più lontano della sua carriera: una conclusione improvvisa, favorita dalla posizione avanzata del portiere, che Mbappé ha trasformato in un capolavoro tecnico.
Nonostante l’entusiasmo generale, il fuoriclasse del Real Madrid ha voluto ridimensionare il peso del traguardo, ricordando come i suoi punti di riferimento restino Messi e Cristiano Ronaldo, capaci di superare - e quasi raddoppiare - quota 400. Per Mbappé questi numeri rappresentano dunque un passaggio obbligato, non un punto d’arrivo. Con la consueta lucidità, ha sottolineato che “un gol vale uno”, che sia un tap-in o un tiro da cinquanta metri, e che la sua ambizione rimane quella di continuare a segnare con costanza per avvicinarsi ai due monumenti del calcio moderno. A 26 anni, il tempo è dalla sua parte.
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