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Premier League, Klopp su parziale riapertura stadi: “Non capisco il senso di mettere duemila persone in un impianto da 60mila”

LIVERPOOL, ENGLAND - NOVEMBER 22: Jurgen Klopp, Manager of Liverpool conducts post match interviews during the Premier League match between Liverpool and Leicester City at Anfield on November 22, 2020 in Liverpool, England. Sporting stadiums around the UK remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Laurence Griffiths/Getty Images)

Non tutti i manager del campionato inglese accolgono con favore il ritorno dei tifosi in numero limitato

Redazione Derby Derby Derby

di Nicoló Pompei -

Un piccolo passo, un tentativo di mettere in moto la macchina del ritorno alla normalità. La decisione del governo britannico, che prevede la parziale riapertura degli stadi con limitazioni diverse da regione a regione, rappresenta una piccola luce in fondo ad un tunnel che sembrava infinito. Il secondo lockdown nazionale inglese terminerà il 2 dicembre, da quel momento in poi partirà un piano di riapertura degli impianti sportivi, con regole ben precise stabilite dal Ministero dello Sport britannico. Ci sono 3 zone di riferimento: gli stadi ubicati nella “Tier 1” ritenuti a basso rischio dal governo, potranno contenere fino a 4mila spettatori nel rispetto del distanziamento, quelli in “Tier 2” avranno un limite di persone pari a 2mila, mentre quelli in “Tier 3”, ovvero nelle zone che presentano il rischio di contagio più elevato, continueranno ad ospitare eventi a porte chiuse.

Tutti contenti, o quasi. I manager della Premier League hanno accolto con favore la decisone del governo, ma non senza qualche polemica. L’allenatore del Newcastle United Steve Bruce, il cui club non può ancora ospitare alcun tifoso, ha detto che la mossa è stata un “passo verso la giusta direzione” per le squadre più piccole, ma ha messo in dubbio il limite massimo di spettatori in quanto non sono prese in considerazione le dimensioni degli stadi. "Posso capire 4.000 fan se si tratta di uno stadio da 8.000 posti, ma quello che non riesco a digerire al momento è perché solo 4.000 o 2.000 quando abbiamo la capacità di mettere comodamente 15.000 a 20.000 persone. È un piccolo gesto, ma per i club più piccoli, 4.000 o 2.000 sono un gradito sollievo perché vivono di quel genere di cose". Sulla stessa linea dell’allenatore Steve Bruce è intervenuto anche Jurgen Klopp con parole che rispecchiano il pensiero dell’allenatore del Newcastle: “Non sta a me commentare certi annunci, ma non capisco il senso di mettere 2.000 persone in uno stadio con la capacità di 60mila. Non lo capisco proprio”.

Sono tanti i discorsi che potremmo fare su questo argomento, ma cerchiamo di prendere il lato positivo. Non potremo di nuovo assistere alla meravigliosa cornice di Anfield sulle note di “You’ll never walk alone” è vero, ma un passo alla volta gli stadi torneranno a vivere, ed è importante non affrettare questo processo. Dal prossimo 2 dicembre in Inghilterra, pochi tifosi ogni settimana potranno rivivere le immense emozioni che solo una partita allo stadio può regalare, e questa è già una grande conquista.

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