Il Crystal Palace non parteciperà all’Europa League nella stagione 2025-26, nonostante la qualificazione ottenuta sul campo grazie alla storica vittoria in FA Cup. La decisione della UEFA, resa ufficiale venerdì, ha scatenato reazioni durissime da parte del club londinese, che si è visto retrocesso in Conference League per presunta violazione del regolamento sulla proprietà multi-club.
La contestazione
Retrocessione in Conference League: il Crystal Palace attacca la UEFA

LONDON, ENGLAND - NOVEMBER 30: Eddie Nketiah of Crystal Palace runs with the ball whilst under pressure from Sandro Tonali of Newcastle United during the Premier League match between Crystal Palace FC and Newcastle United FC at Selhurst Park on November 30, 2024 in London, England. (Photo by Eddie Keogh/Getty Images)

Al centro della vicenda c’è John Textor, imprenditore statunitense che detiene partecipazioni sia nel Crystal Palace che nell’Olympique Lione, altra squadra qualificata per l’Europa League. Secondo la UEFA, la presenza di due club controllati dallo stesso soggetto in una competizione europea rappresenta un conflitto di interesse, vietato dalle norme federali. La scadenza per regolarizzare eventuali situazioni di questo tipo era fissata al 1° marzo, ma con il reintegro del Lione in Ligue 1, il nodo è esploso nelle ultime settimane.
La reazione del Crystal Palace: “Ci è stato tolto un sogno”
—La reazione del Crystal Palace non si è fatta attendere. In un’intervista a Sky Sports News, il presidente Steve Parish ha parlato apertamente di “una delle più grandi ingiustizie nella storia del calcio europeo”, aggiungendo: “Siamo devastati, soprattutto per i tifosi. Vinciamo una coppa, scriviamo la storia, e ci viene negata l’Europa. È come vincere alla lotteria e non ricevere il premio.”
Il club ha annunciato che presenterà ricorso formale, chiedendo anche l’intervento del presidente UEFA Aleksander Ceferin, nella speranza di un ripensamento da parte dell’organo di governo del calcio europeo.
Una vicenda che accende il dibattito sulla multiproprietà

Il caso apre una discussione più ampia sul tema della multiproprietà nel calcio europeo, sempre più diffusa tra fondi di investimento e grandi gruppi internazionali. Il Crystal Palace sostiene che non esista una gestione condivisa con il Lione e definisce la norma UEFA “confusa e penalizzante”.
Nel frattempo, resta la delusione dei tifosi: la squadra, protagonista di una delle sue stagioni più memorabili, dovrà accontentarsi della Conference League. E la sensazione è che la battaglia sia appena cominciata.
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