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Marco Reus, dopo anni divisi tra Borussia Monchengladbach e soprattutto Borussia Dortmund, ha deciso di intraprendere una nuova ed entusiasmante carriera in MLS. I Los Angeles Galaxy hanno puntato sul centrocampista offensiva 35enne, alle prese con qualche problema di gestione della pressione nelle ultime stagioni. In cinque presenze con i californiani, il giocatore tedesco ha segnato una rete e fatto vedere le incredibili qualità di cui dispone. Intervistato durante il podcast TOMorrow Business, Stars & Lifestyle, ha spiegato la scelta degli USA, le sue problematiche e la sua idea sullo sciopero paventato dai calciatori per le troppe partite giocate.
Marco Reus, giocatore del Los Angeles Galaxy, ha spiegato la scelta di cambiare paese e come difendersi dai problemi inerenti alla tensione della vita professionistica: "Negli USA è un po' tutto surreale, devo ancora abituarmi a certe cose. Il fatto di aver ricevuto sostegno da diversi personaggi pubblici di un certo rilievo mi ha fatto pensare a tante cose. Volevo una sfida che mi aprisse anche a livello personale, costruire qualcosa di nuovo. Per la prima volta in vita mia mi sento libero. Qui ci sono molte possibilità di fare affari e costruire nuovi rapporti. La professionalità c'è ma viene vista in un altro modo, è molto orientata sullo spettacolo".
"Avevo anche un'opportunità di andare in Arabia Saudita, mi avrebbero dato tanti soldi - continua il 35enne - ma ho preferito la famiglia e la vita".
Più di tutti Reus può dire di aver avuto dei problemi di gestione della pressione, così come raccontato: "Con le pillole ignori tutto, il corpo ti inizia a dire di cosa ha bisogno. E tu non puoi fare altro che accettare".
Sulle troppe partite giocate: "I giocatori ora hanno paura e iniziano a destare le proprie preoccupazioni. Dal loro punto di vista è molto problematico, li capisco. Per me è sbagliato minacciare lo sciopero, il dialogo è la migliore soluzione. E' impossibile giocare 60-70 match all'anno senza infortunarti, per questo serve parlare chiaramente".
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