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DALLO SHAKHTAR: EPPURE QUESTA SUPERLEGA...

Shakhtar, Nicolini: “SuperLega? Inizialmente contrario, ma è l’input per ristrutturare il calcio”

ROME, ITALY - MARCH 11: Tete of Shakhtar Donetsk runs with the ball during the UEFA Europa League Round of 16 First Leg match between AS Roma and Shakhtar Donetsk at Olimpico Stadium on March 11, 2021 in Rome, Italy. Sporting stadiums around Europe remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Paolo Bruno/Getty Images)

Ecco il preparatore dello Shakhtar Donetsk Carlo Nicolini per parlare di SuperLega.

Redazione DDD

Una voce da Donetsk, le parole di Carlo Nicolini, preparatore atletico italiano dello Shakhtar: favorevole o contrario alla Superlega? "Ero assolutamente contrario. Da addetto ai lavori, non mi sono piaciuti né i tempi, né i modi con cui era stata lanciata l’idea, né tantomeno il contenuto della proposta. Era chiaro che la Superlega nascesse per una questione prettamente economica e non meritocratica: hanno parlato della composizione del torneo, formato dalle squadre più rappresentative e blasonate d’Europa, ma hanno lasciato fuori, solo per citarne una, un club come l’Ajax che di Champions ne ha vinte ben 4. I tifosi non hanno apprezzato le modalità e le loro reazioni forti lo hanno dimostrato. Mi ha fatto piacere anche che allenatori di squadre fondatrici come Guardiola e Klopp si siano apertamente schierati: un segno di professionalità, di etica e di voglia di tutelare la passione, vera essenza dello sport e del calcio".

 (Photo by Paolo Bruno/Getty Images)

Il Covid ha sicuramente messo in difficoltà molte società: quanto può avere influito la pandemia in questa idea della Superlega?

"La pandemia - ha proseguito Nicolini a SuperNews - ha rappresentato un brutto colpo per tutti, difficile da assorbire senza preoccupazioni. Ma in Europa ci sono squadre lungimiranti come il Bayern Monaco e le altre tedesche che, nonostante gli impatti del Covid, hanno i bilanci a posto e non hanno bisogno di aderire ad iniziative di questo tipo per rimettere in sesto le loro economie. Ciò significa che le risorse finanziarie dei 12 club fondatori non sono state gestite al meglio dalle rispettive dirigenze".

Dopo questo dietrofront delle squadre fondatrici, pensi ci possano essere strascichi tra UEFA e club o la Federazione tenderà la mano, assecondando le richieste economiche e “politiche” che avevano innescato l’idea della Superlega? "Io sono convinto che ora ci sarà una fase di trattativa tra club e UEFA. La tempistica con cui è stata presentata l’idea della Superlega, nella notte di domenica, non è stata scelta a caso. Poche ore dopo, infatti, era prevista la presentazione del nuovo format della Champions League che entrerà in vigore a partire dal 2024 e che le società, comprese le fondatrici della Superlega, avevano già controfirmato. Ciò avrebbe significato che per i prossimi 3 anni non si sarebbe potuta fare nessuna modifica al modello della Champions: con questo atto forte, probabilmente si metterà mano al format anche prima del 2024, assecondando le richieste di queste 12 squadre. C’è da dire che fino ad oggi la UEFA le ha sempre tutelate ed “aiutate” con un particolare occhio di riguardo rispetto alle altre formazioni continentali. In ogni caso, ora è importante non perdere l’occasione per ristrutturare il calcio europeo. È da tempo che penso che il modello della Champions League debba essere rivisto, cercando di rendere il prodotto più interessante e meglio rivendibile, e questo è sicuramente il momento giusto".

Nonostante il comunicato della Superlega sul “ripensamento del progetto”, le squadre spagnole non si sono ancora esposte direttamente. Tra 6 giorni il Real Madrid sarà impegnato nella semifinale di Champions contro il Chelsea: pensi che senza uno stop alla SuperLega, sarebbe stato giusto estrometterli dalla competizione? "Credo che non sarebbe stato giusto squalificare il Real Madrid dalle semifinali di Champions. Se questo progetto della Superlega avesse avuto un seguito, sicuramente non sarebbe partito prima della prossima stagione. Penso, quindi, che avesse poco senso punire già da subito il Real, estromettendolo dall’attuale Champions. Lo stesso pensiero vale per i campionati nazionali: resto convinto che per garantire una regolarità a tutte le competizioni, far terminare la stagione senza alcuna estromissione o squalifica sarebbe la scelta più corretta".

Indipendentemente da come andrà a finire – anche nei prossimi anni – il progetto Superlega, chi pensi avrebbe potuto pagare le conseguenze maggiori in questa vicenda senza l’attuale decisione di fermarsi? "Senza dubbio i tifosi: nella presentazione della Superlega si era parlato di un prodotto più interessante per i giovani supporter che, stando alle statistiche, fruiscono il calcio in modo più veloce tramite piattaforme online. Io penso che il format di questa nuova lega europea, che avrebbe dovuto proporre partite sempre ad alto livello, a medio termine non sarebbe stato più di interesse, arrivando addirittura a stufare il consumatore. Oltre ai tifosi, a pagare care conseguenze, sarebbero stati i campionati nazionali e le coppe europee che non avrebbero passato un bel momento. Insomma, la Superlega era un’idea che non avrebbe avuto vincitori ma solo sconfitti".

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