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Questa sera termineranno i gironi per la qualificazione ai Mondiali e, tra i match, figura anche quello tra Spagna a Turchia, che avrà inizio alle ore 20:45 presso l'Estadio de la Cartuja. Le due Nazionali, allenate rispettivamente da Luis De La Fuente e da Vincenzo Montella, occupano le prime due posizioni del Girone E. Aspettando il calcio d'inizio dell'incontro, vediamo insieme qualche aneddoto che riguarda gli inni dei due Paesi.
Considerato uno dei più antichi d'Europa, le prime documentazioni riguardanti l'inno nazionale spagnolo risalgono al periodo che val dal 1761 al 1768 e si ritiene che compositore risponda al nome di Manuel de Espinosa. Una delle caratteristiche particolari della Marcha Real sta nelle parole, visto che non ci sono proprio e molti re, in passato, hanno provato a dare un testo all'inno spagnolo, ma senza raggiungere il risultato sperato. Tra l'altro, c'era una credenza, poi risultata falsa, secondo cui l'autore dell'inno fosse Federico II di Prussia.
Nel 1864, infatti, il colonnello Antonio Vallecillo ha scritto nel suo Espíritu Público che il sovrano avesse regalato il teso ad un militare spagnolo, il quale si trovava lì per ordine di Carlo III di Borbone. La Spagna non ha sempre avuto la Marcha Real, nota anche come Marcha Granadera, come inno visto che in due periodi ha lasciato spazio all'Himno de Riego: la prima volta è avvenuto dal 1820 al 1823, nel corso del Triennio Liberale; la seconda ed ultima dal 1931 al 1939, periodo della Seconda Repubblica Spagnola iniziata con l'esilio di Alfonso XIII e termina con la vittoria nella Guerra Civil dei golpisti di Francisco Franco.
Rispetto all'inno spagnolo di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente, quello della Turchia ha giusto qualche anno in meno visto che il testo è stato composto nel 1921 dal poeta Mehmet Akif Ersoy. Il significato del titolo è Marcia dell'Indipendenza ed il Parlamento l'ha adottato nel corso della Guerra d'Indipendeza Turca, iniziata nel 1919 e terminata quattro anni dopo con la fondazione della Repubblica. Quando è stato indetto il concorso per la composizione dell'inno, Ersoy ha accettato partecipato soltanto grazie alla promessa del Ministro dell'Istruzione, il quale ha convinto il poeta dicendo che avrebbero scelto il suo testo indipendentemente dagli altri partecipanti.
Ersoy, tra l'altro, ha scelto di non inserire l'İstiklâl Marşı nella Safahat, ovvero la raccolta delle sue poesie, perché considerava questa sua composizione "l'opera del mio Paese". A quanto pare, quando era ancora in vita, il poeta ha espresso il desiderio che non l'inno della Turchia non venga più riscritto. Infatti, ha pronunciato le seguenti parole: "Che Dio non faccia scrivere mai più a questo Paese un Inno dell'Indipendenza". Ciò vorrebbe dire che se in Turchia dovesse scoppiare un'altra guerra d'indipendenza, l'inno nazionale potrebbe cambiare. Dal 1924 al 1930, la musica dell'İstiklâl Marşı portava la firma di Ali Rıfat Çağatay. Poi, però, ha avuto luogo un cambiamento e hanno scelto di sostituire la musica con l'arrangiamento di Osman Zeki Üngör.
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