Venerdì 21 novembre 2025, i riflettori della Liga si accendono sul "Derbi del Turia". Quella tra Valencia e Levante è una partita che ferma la città e che promette un'intensità agonistica altissima tra due anime della stessa città.
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Valencia-Levante, la supremazia dei Che e la rivoluzione delle Granotes al centro del “Derbi del Turia”
Borghesia contro rivalsa, il derby sociale
—Il derby di Valencia non è una semplice partita, è lo specchio della storia sociale della città. Da un lato, il Valencia Club de Fútbol, fondato nel 1919. È il simbolo della borghesia benestante e della classe media urbana, l'ambasciatore della valencianitànel mondo. I "Che", con il loro Mestalla, un tempio del calcio spagnolo situato nelle zone centrali della città, hanno sempre rappresentato l'istituzione e la tradizione vincente della comunità valenciana.
Dall'altro lato, il Levante Unión Deportiva, il club decano(il più antico) della città, nato nel 1909. Le sue radici affondano nei quartieri marittimi, il Cabanyal e il Canyamelar, tra i pescatori e la classe operaia del porto. Il soprannome "Granotes" (le rane) deriva proprio da uno dei primi campi della società, situato vicino alla foce del Turia, una grande area paludosa fuori dalla città. Se il Valencia è la città che si mostra al mondo, il Levante è il cuore pulsante dei suoi barrios storici, una squadra che ha fatto della resilienza e dell'identità popolare la sua bandiera, rappresentando a lungo l'anima ribelle e popolare di Valencia.
La divisione della città tra Che e Granotes
—La rivalità tra le due squadre si riflette anche sulla geografia urbana: una divisione quasi fisica segnata dal vecchio letto del fiume Turia, oggi un rigoglioso parco che taglia in due la città. I due stadi, distanti meno di cinque chilometri, raccontano due realtà sociali opposte. Il Mestalla, del Valencia, sorge nell'omonimo quartiere, un'area borghese ed elegante a ridosso del centro commerciale e finanziario della città. All'interno del distretto El Pla del Real, la casa dei "Che" è integrata nel potere cittadino, un simbolo di status e di successo.

Il Ciutat de València, casa del Levante, si trova invece a Orriols, un quartiere a nord del Turia. Orriols è storicamente un barrio operaio, cresciuto rapidamente nel dopoguerra ma colpito spesso da difficoltà, un crocevia di immigrazione interna e lotta sociale. Andare al Mestalla è una passeggiata nel centro città, andare a Orriols è un atto di appartenenza a una Valencia diversa, meno pettinata ma fieramente comunitaria.

Valencia-Levante e la sfida tra le due tifoserie
—Questa divisione geografica e storica si riflette inevitabilmente sulle tifoserie. Per decenni, il "Derbi del Turia" è stato un derby dal risultato asimmetrico e quasi unidirezionale. Il tifoso del Valencia, abituato a competere per campionati e finali europee, soprattutto nei primi anni 2000, guardava al Levante con la sufficienza benevola che si riserva a una sfida non di cartello. I veri rivali erano il Real Madrid, il Barcellona o l'Atlético Madrid.

Per il tifoso Granotes, invece, il derby rappresenta la partita dell'anno, l'unica occasione per sovvertire le gerarchie e battere i "ricchi" della città. Tuttavia, l'ascesa e la stabilità del Levante in Primera División, specialmente intorno al 2010, hanno cambiato radicalmente le dinamiche. Il Levante ha iniziato a vincere alcuni derby, a qualificarsi per l'Europa (sorpassando persino i cugini in una stagione), diventando un avversario reale e non più una formalità. Oggi la rivalità è sentita, accesa e molto più bilanciata.

Negli ultimi anni il livello delle due squadre si è abbassato di molto: il Valencia ha dovuto salvarsi dalla retrocessione un paio di volte, mentre il Levante ha fatto su e giù tra Primera e Segunda Divisiòn. Non ha l'odio viscerale di altri derby spagnoli, ma è una vera sfida per l'egemonia cittadina. Il Valencia lotta per la supremazia, il Levante per la rivoluzione.
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