C'è stato un tempo, in cui al Manchester City - a dominare il centrocampo - c'era Yaya Touré. Il centrocampista ivoriano è stato per anni il cuore del centrocampo dei Citizens, diventando, col passare del tempo un uomo simbolo della squadra blu di Manchester. Le sue giocate, il fisico possente e le lunghe progressioni lo hanno reso una vera e propria leggenda. Tutto, però, ha un inizio ed una fine. E, anche questa storia d'amore, lo ha avuto. Ma non è stato frutto del caso, anzi: l'arrivo in panchina di Guardiola ha inciso sul destino calcistico di Yaya Touré.
INTERVISTA
Yaya Touré, che attacco a Guardiola: “Non vedo un uomo, ma un serpente”

MANCHESTER, ENGLAND - MAY 09: Yaya Toure of Manchester City shakes hands wtih Josep Guardiola, Manager of Manchester City after he is subbed off during the Premier League match between Manchester City and Brighton and Hove Albion at Etihad Stadium on May 9, 2018 in Manchester, England. (Photo by Gareth Copley/Getty Images)

Il tecnico spagnolo, arrivato sulla panchina del City nel 2016, decise di relegarlo in panchina e di concedergli poco spazio, rispetto a quello a cui era abituato. Una scelta, che riporta a quello che accadde già qualche anno prima a Barcellona. L'ex allenatore del Bayern non ha mai avuto di buon occhio l'ivoriano e anche nell'esperienza inglese lo ha dimostrato. Touré, a distanza di anni, è tornato a parlare del suo rapporto con Guardiola e lo ha fatto senza mezzi termini: "Quando lo vedo non vedo un uomo, ma un serpente", parole di un certo peso e che rimarcano ancora di più, come il rapporto tra i due non sia mai sbocciato.
Yaya Touré su Guardiola: "Quell'uomo mi ha umiliato"
—A Manchester leggenda e a Barcellona? Nel club catalano, Yaya Touré iniziò a dimostrare al mondo di cosa fosse capace, ma risultava un po' acerbo - in virtù della giovane età e della poca esperienza. Con Guardiola in panchina poteva essere l'occasione della vita di imparare e di apprendere tutto ciò che avrebbe insegnato. Ma, il tecnico spagnolo, non gli dava spazio. E questo, l'ivoriano, non l'ha mai digerito. Si è sentito "umiliato", come da lui riportato nell'intervista rilasciata al canale Zack su Youtube: "Mi disse: rimani con noi, mi servi. Sei importante per la squadra; poi mi lasciò a marcire in panchina", così Touré su Guardiola dopo il Mondiale del 2010. L'ex tecnico catalano aveva convinto l'ex centrocampista a rimanere, promettendogli spazio e minuti: una promessa che non venne mantenuta.

Touré decise di andarsene e trovò la sua occasione di diventare grande: il Manchester City. Qui divenne una leggenda, e ancora oggi lo è. Ma il finale della storia non è andato come desiderato: l'ivoriano, dal 2016 al 2018, giocò sempre meno, la causa? Proprio Pep Guardiola. L'ivoriano, stanco dell'affronto del proprio tecnico e, ormai vicino a chiudere la carriera, scelse di rimanere in Europa, all'Olympiakos, ma lontano dai ricordi di Manchester. Un addio amaro, che porterà amaramente sempre nel suo cuore. Ed è per questo, che Yaya Touré ha voluto concludere la sua intervista con queste parole marchiate da un pizzico di veleno: "Quando lo vedo, non vedo un uomo, ma un serpente".
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