Non è un caso che per tanti, non solo per i virologi, la storica notte di San Siro del 19 febbraio del 2020, con mezza Bergamo che traslocò a Milano per seguire l’Atalanta nell’andata degli ottavi di finale di Champions contro il Valencia, verrà pure ricordata come l’evento scatenante una tragedia collettiva di dimensioni che nessuno avrebbe immaginato. Una semplice partita trasformatasi in un moltiplicatore di contagi, il detonatore di quello che il responsabile del reparto di pneumologia di Bergamo ha poi definito "una bomba biologica". Il giornalista Giulio Mola racconta sulle pagine de Il Giorno che quella serata ha permesso di raccontare le gesta di una notte di sport indimenticabile. Purtroppo nessuno poteva immaginare quel che sarebbe accaduto pochi giorni dopo. La città orobica epicentro della pandemia. Migliaia di ricoverati, centinaia di morti, l’impotenza e i sacrifici di medici e infermieri, la disperazione di medici e infermieri. C’è anche il dubbio che il virus possa essere arrivato da fuori, con 2500 spagnoli arrivati per la partita e mescolatisi inesorabilmente con altre persone, dentro e fuori dallo stadio o anche soltanto nel trasporto per raggiungere le varie zone (primo morto accertato per Coronavirus in Spagna è deceduto a Valencia il 13 febbraio, sei giorni prima della notte di San Siro).


QUELL'ATALANTA-VALENCIA 4-1
19 febbraio, Atalanta-Valencia: il virus si è scatenato un anno fa nella notte di San Siro
Tutto cominciò quella notte di un anno fa. Il grande sogno dell’Atalanta, l’enorme tragedia per Bergamo e la sua provincia. Il paziente uno, che sarebbe stato individuato due giorni dopo a Codogno, ancora non aveva un nome, ma il virus sì
E resta la testimonianza agghiacciante del capo storico dei tifosi bergamaschi Claudio Galimberti (detto il Bocia) che in un’intervista rilasciata a “Il Giorno“ nei primi giorni di marzo disegnò uno scenario preciso di quanto accaduto e a cui nessuno aveva ancora pensato. "Tutto è cominciato il 19 febbraio, la maledetta sera della partita di Champions col Valencia... Non è un caso che due giorni dopo ci sia stato il primo “positivo”. Dopo quella partita tanti papà di miei amici tifosi e i supporters stessi sono stati contagiati e si sono sottoposti alle cure". E ancora. "Una sofferenza che non si può immaginare - spiegava lo storico leader della “Pisani“ - pagando poi gli assurdi sbagli fatti all’inizio. La zona rossa andava delimitata subito. Nelle case di cura ci sono anziani che soffocano in assoluto abbandono... una strage di innocenti".
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