Lo scorso aprile era arrivata ufficialmente la doccia gelata: Benjamin Mokulu Tembe, attaccante congolese classe 1989, era stato squalificato fino al prossimo 17 febbraio 2022. In un controllo di due mesi prima, l’attaccante del Ravenna – ma di proprietà del Padova – era risultato positivo al Clostebol Metabolita, sostanza presente in una pomata liberamente in vendita in farmacia ma rientrante nei casi di doping.
LA POMATA DELLA DISCORDIA
Benjamin Mokulu: “Ora faccio il personal trainer, ma non vedo l’ora di rientrare”
L’ex Avellino e Cremonese racconta questo difficile periodo lontano dai campi di gioco.
Come riferiva “Il Mattino di Padova“, pochi giorni fa il giocatore ha rescisso il contratto che lo legata al club di Viale Nereo Rocco. Intervistato da “Europa Calcio“, l’ex Avellino e Cremonese ha raccontato questo difficile periodo lontano dai campi di gioco. Mokulu, di cosa si sta occupando adesso? “Da circa due mesi sono tornato a Bruxelles, città dove vivo, e sto lavorando come personal trainer. Tempo fa avevo fatto il relativo corso di formazione, mentre a gennaio avevo preso il diploma. Per via della sospensione, mi sto occupando di questa attività. Dal lunedì al venerdì alleno soprattutto i bambini, mentre il fine settimana seguo gli adulti, tra cui alcuni giocatori professionisti, in tanti di loro mi hanno chiamato. Più che con la palla, lavoriamo sul fisico, in particolare sulla muscolatura e la perdita del peso“.
Quale è stata la soddisfazione maggiore che avuto in questi primi mesi? “I genitori dei bambini che alleno mi dicono sempre che vedono i loro figli molto migliorati, e anche gli stessi bambini sono molto contenti degli allenamenti e degli esercizi che fanno con me“. Prima della squalifica, lei stava andando molto bene con la maglia del Ravenna. Poi però c’era stato prima lo stop per il Covid e poi questa interruzione forzata… “Sono stato molto sfortunato. Ero arrivato a Ravenna a fine gennaio 2020 e avevo iniziato con 2 gol 4 partite, subito dopo c’era stato appunto il Covid e dopo quest’altra cosa del doping. Più volte in carriera mi è capitato che le cose si sono di colpo interrotte proprio quando stavano andando molto bene. Ma non mi abbatto e ripartirò, io sono un guerriero“.
Ma esattamente, cosa era successo con quella pomata? “Nemmeno ricordavo di aver preso quella sostanza. Quando il presidente del Ravenna mi chiamò per dirmi della squalifica, all’inizio nemmeno capivo il motivo. Ero dovuto andare a casa a cercare i miei prodotti per rendermi conto di quale sostanza stesse parlando. Poi ho trovato la scatola, e leggendola attentamente ho capito e ricostruito il tutto, non credevo nemmeno che per una crema si potesse arrivare ad una sospensione per doping“. Febbraio 2022 non è vicino, ma non è nemmeno lontanissimo. E’ tanta la voglia di tornare? “Tantissima. Anche se sto facendo il personal, trovo sempre il tempo per allenarmi da solo tre volte alla settimana. Da novembre inizierò una preparazione più specifica, mentre da dicembre potrò tornare ad allenarmi con una squadra“. Le piacerebbe ripartire dall’Italia o dal Belgio? “Dall’Italia. Ci sono delle cose che voglio sistemare e concludere. Inoltre non voglio andarmene lasciando questo ricordo del doping“. Prima del Ravenna, lei era stato sei mesi al Padova. Le aspettative erano alte, ma poi le cose non andarono bene. Cosa successe? “Situazione strana. L’allenatore e il direttore sportivo puntavano molto su di me, io ho sempre dato il massimo, ma evidentemente non era il mio periodo. Mi dispiace molto perché avrei voluto fare molto di più per la squadra. Chissà se in futuro avrò la possibilità di prendermi la rivincita…“. Sta dicendo che, se ci fosse l’occasione, tornerebbe in biancoscudato? “Certo che sì, tutta la vita. Sarei molto felice di tornare a Padova“.
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