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Il ritiro precampionato della Sanremese del direttore sportivo Simone Quintieri procede a ritmi alti, e tra i protagonisti di questa nuova avventura c’è Francesco Gattuso, portiere classe 2005 e cugino di Rino Gattuso, attuale commissario tecnico della Nazionale Italiana. Una parentela che pesa, ma l'estremo difensore scuola Crotone ci tiene a sottolineare come il suo percorso sia frutto di lavoro, umiltà e sogni personali.
In un’intervista rilasciata ai colleghi di seried24.com durante il ritiro, Gattuso ha parlato, dal Sanremese Village, dell’atmosfera in squadra e delle sue prime sensazioni nel nuovo gruppo:
“Il ritiro sta andando molto bene, il nostro è un bel gruppo e la squadra è molto forte. Siamo pronti per questo campionato, sarà la mia prima esperienza nel girone A e spero di fare bene sia a livello personale che a livello di squadra.”
Grande sintonia anche con i compagni Tobias Del Piero e Oan Djorkaeff, figli d’arte e talenti emergenti:
“Con Tobias (Del Piero) e Oan (Djorkaeff) mi trovo alla perfezione. Sono due ragazzi fantastici e forti soprattutto in campo. Mi trovo bene sia in campo a giocare con loro perché sono due persone anche molto intelligenti tatticamente e anche soprattutto fuori campo perché sono due persone molto simpatiche. Ci troviamo bene perché abbiamo più o meno tutti lo stesso carattere. Quindi siamo d’amore e d’accordo.”
Non poteva mancare una domanda sul legame con Rino Gattuso, Icona del calcio italiano e simbolo di grinta e perseveranza:
“Se ho sentito Rino Gattuso e quali consigli mi ha dato? Ho avuto modo... Sì, vabbè mi ha fatto l'in bocca al lupo come penso qualsiasi zio faccia al proprio nipote. Non ho avuto chissà che discorsi, comunque è una persona impegnata in questo momento. Sappiamo tutti quanti la carica e il dovere che ha in questo momento. Il consiglio è il suo mantra che ha avuto per tutta quanta la carriera: non farsi mettere i piedi in testa da nessuno e mostrare fuori il lato ‘calabrese’ dentro il campo. Noi si urla, si parla e si vince.”
Francesco Gattuso non vuole vivere all’ombra del cognome che porta. La grinta è ereditata, ma il sogno è personale.
E quest’anno, tra i pali della Sanremese di mister Davide Moro, vuole dimostrare il suo valore. Senza paura. E con tanto, tantissimo “spirito calabrese”.
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