DDD
I migliori video scelti dal nostro canale

L'INSEGNAMENTO DI PABLITO

Federica Cappelletti, moglie di Paolo Rossi: “Vi racconto l’uomo Pablito. E sui campioni dell’82…”

ROME, ITALY - MARCH 05:  (L-R) Paolo Rossi 's wife Federica Cappelletti and FIGC President Gabriele Gravina  pose during the unveiling of the commemorative plaque of FIGC Assembly Room dedicated to Italian National player Paolo Rossi on March 5, 2021 in Rome, Italy.  (Photo by Paolo Bruno/Getty Images)

Paolo Rossi: a pochi mesi dalla sua scomparsa, ricordiamo l’uomo dietro al calciatore, grazie all’intervento di sua moglie Federica Cappelletti.

Redazione DDD

Federica, hai voglia di raccontarci com’è nata la storia d’amore con Paolo? “Io e Paolo ci siamo conosciuti alla presentazione del mio libro “Razza Juve”. Il libro era nato per raccontare l’aspetto umano di alcuni campioni del calcio. Tra questi, c’era anche Paolo Rossi, che non avevo intervistato io, ma un collega. Chiedemmo a Paolo di venire a presentare questo libro, lui inizialmente si era un po’ negato, poi sono riuscita a convincerlo e ci siamo incontrati a Perugia, la mia città ed anche quella dove lui aveva giocato. Da lì, ci siamo risentiti, è nata questa amicizia, ma in fondo, avevamo subito capito che eravamo fatti l’uno per l’altro. Abbiamo, poi deciso di formare questa famiglia, sono venute al mondo le bambine. e siamo stati felici”.

 (Photo by Paolo Bruno/Getty Images)

Torniamo alla prima volta in cui hai capito che il vostro incontro sarebbe potuto diventare qualcosa di più. Eri preoccupata dalla differenza d’età tra di voi? “Assolutamente no - la risposta convinta a Football News 24 -. Nel momento in cui ci siamo incontrati, non pensavo nemmeno potesse nascere qualcosa di così importante. Sono uscita con lui per riconoscenza perché era venuto alla presentazione di questo libro, dopo è nato questo sentimento fortissimo. La differenza d’età non solo non mi interessava, ma era anche l’ultimo dei miei pensieri. Nel senso che Paolo era una persona talmente attiva, intelligente, una persona con la quale si poteva stare insieme e poter parlare di tutto che mi riempiva così tanto da dimenticarmi del resto”.

Quando Paolo Rossi diventó l’idolo di Spagna 1982 con la tripletta al Brasile, tu eri giovanissima. Ricordi qualcosa di quei giorni? “No. Ricordo solo i miei genitori ed i miei fratelli che erano grandi tifosi dell’Italia e di Paolo. Ho vissuto tutto quel periodo, vivendo insieme a lui e vivendo tutto quello che la gente ha sempre tributato a Paolo e quindi questo grande affetto, riconoscimento, amore nei suoi confronti. Attraverso quello, ho rievocato quegli anni importantissimi nella storia del Paolo Rossi calciatore”. Quando si ha un passato ingombrante non è facile vivere il presente e proiettarsi nel futuro. Come riusciva Paolo a muoversi in questo senso? “Paolo era una persona estremamente serena. Non viveva mai di passato, ma sempre di presente e di futuro, era felice, orgoglioso di quello che era stato il suo passato. Amava vivere veramente tutti i giorni la sua vita quotidiana, la famiglia, i figli, gli amici, i rapporti veri. Ha sempre vissuto questa cosa con grandissima serenità, non come un passato ingombrante, ma come un passato che gli aveva permesso di diventare quello che poi è stato”.

Che tipo di iniziative si stanno adottando per fare in modo che la figura di Paolo Rossi non venga dimenticata? “Se ne stanno creando davvero tantissime in tutta Italia ed anche all’estero. Alla fine del 2021 e tutto il 2022 che, tra l’altro, è il 40° anniversario di quel Mondiale vinto dall’Italia, Paolo sarà molto protagonista. Ecco io, per quello che riuscirò a fare, sarò ben lieta di rappresentare Paolo, di portare sempre in alto il suo nome e di ringraziare tutte le persone che continuano ad essergli legati”. Qual è l’ultimo ricordo che hai di Paolo? “Il momento dell’addio. Tutta la mia vita, comunque è fatta di ricordi legati a Paolo, perché quello che sono oggi è quello che Paolo ha creato. Tutta la mia vita, ora, parla di lui, per cui veramente sarebbe impossibile non pensarlo, Paolo sarà sempre parte di me, della mia vita, delle sue figlie e dei suoi figli. Rimarrà sempre con noi”. Ci puoi descrivere l’uomo Paolo Rossi? “Paolo era una persona molto intelligente, era preparato su tutto. Non c’era un argomento nel quale lo potessi trovare impreparato, era una persona curiosa, buona, generosa, una persona che sapeva anche darsi molto agli altri, semplice. Una persona che, nonostante poteva osteggiare tanto, per quanto riguarda la sua vita professionale, non lo ha mai fatto. Lui si rapportava ai capi di stato, nella stessa maniera con cui si rapportava alle persone al supermercato. Questa, penso sia la cosa più bella di Paolo, questa cosa di essere il ragazzo della porta accanto”.

Che rapporto aveva Paolo Rossi con i campioni del Mondo del 1982? Vi sentite ancora nonostante la scomparsa di Pablito? “Sì, ci sentiamo ancora. Sono ragazzi veramente straordinari, sono sempre rimasti molto legati e perdere Paolo è stato un dolore immenso anche per loro, infatti continuano a ricordarlo, continuando ad essere presenti nella vita mia e delle bambine. Sono la famosa squadra che ha formato Enzo Bearzot nel 78’ e poi nell’82’ e sono ancora così uniti. Sono veramente delle belle persone”. Cosa ti manca di più di Paolo Rossi? “Mi manca tutto di lui. Il suo sguardo, il suo modo di dire le cose anche stando zitto. Forse, la cosa che mi manca di più è il suo sorriso e questo suo modo pacato di affrontare anche la vita, i suoi problemi, la sua quotidianità. Questo suo modo di rendere tutto semplice, tutto risolvibile, questa sua protezione”. Qual è l’insegnamento che ti ha lasciato Paolo Rossi? “Di non mollare mai, di andare sempre avanti, a prescindere da tutto, di riuscire a trovare la serenità dove ci sono i problemi. Quest’insegnamento ce l’ha dato anche nella sua vita calcistica, quando ha avuto i suoi problemi. É stato sempre determinato ed è andato sempre avanti. É una bella eredità. Paolo diceva sempre che se vuoi ottenere un risultato, devi andare sempre fino in fondo”.

tutte le notizie di