C’era una volta uno stadio dove i nomi avevano radici, i cognomi avevano un’anima e persino l’erba del campo sembrava conoscere l’etimologia dei suoi fili. Era l’Artemio Franchi di Firenze, la casa della Fiorentina ma in quella luce viola e dorata del tramonto diventava qualcos’altro: un dizionario vivente, un campo di battaglia linguistico dove ogni calciatore portava con sé non solo un numero e una maglia ma una storia millenaria, fatta di leggende, lingue antiche e significati nascosti.
Le etimologie nel calcio
Fiorentina, da Kean a Fagioli: l’etimologia dei cognomi della Serie A
In quella Fiorentina immaginaria, Ranieri non era solo un difensore, ma un “consigliere dell’esercito”, pronto a difendere con saggezza la propria retroguardia. Mandragora, con radici che affondano nella magia, sembrava uscito da un grimorio medievale. Gudmundsson, figlio “del protetto da Dio”, portava il vento gelido dell’Islanda in mezzo al caldo toscano, mentre Fagioli, beato lui, correva con la leggerezza di chi sa di essere l’unico calciatore al mondo il cui nome evoca una zuppa contadina. In questo intreccio di nomi e significati, la lingua diventa racconto, il calcio diventa simbolo e la Fiorentina, con la sua aura poetica e rinascimentale, si trasforma nella squadra più “etimologica” del mondo. Perché, alla fine, dietro ogni dribbling e ogni parata, c’è sempre una parola che aspetta di essere scoperta. Ecco a voi la Fiorentina.
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