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Il Milan con i suoi punti di forza e le sue debolezze: effetto sorpresa ok ma la rosa è poco profonda…..

NAPLES, ITALY - NOVEMBER 22: Zlatan Ibrahimovic of A.C. Milan battles for possession with Kalidou Koulibaly of S.S.C. Napoli during the Serie A match between SSC Napoli and AC Milan at Stadio San Paolo on November 22, 2020 in Naples, Italy. Sporting stadiums around Italy remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

Riflessioni e analisi dopo il successo dei rossoneri a Napoli

Redazione DDD

di Alberto Petrosilli e Francesco Tripodi -

Arrivati alla seconda sosta del campionato (quella di novembre) piovono copiosi giudizi più o meno sommari sulle varie compagini della nostra Serie A. Non sfugge chiaramente a questa analisi il Milan, vera sorpresa di questi primi mesi di stagione. Andiamo dunque ad analizzare quelli che sono, a nostro avviso, i punti di forza e i punti deboli della formazione di Stefano Pioli.

(Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

(Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

I punti di forza - Zlatan Ibrahimovic: Impossibile non partire dal totem svedese. Il gigante di Malmoe, vero epicentro della formazione rossonera, ha fatto svoltare mentalmente una squadra spesso troppo timorosa. Dal suo arrivo molti calciatori hanno compiuto quel fondamentale step mentale che li ha trasformati da pulcini bagnati a splendidi cigni. Incredibile, in questo senso, la crescita esponenziale di calciatori come Kessiè e Calhanoglu e la dedizione al sacrificio di Leao, l’indolente per eccellenza. Dal punto di vista tecnico sono da annotare le tante varianti tecniche che Zlatan offre a Pioli. Dalle giocate palla a terra ai duelli aerei, il Milan con l’ex Galaxy ha esplorato vie prima sconosciute. Diciannove reti dallo scorso mese di gennaio. Questo lo score del centravanti. Nonostante le 39 primavere, il ritiro sembra ancora molto lontano.

Stefano Pioli: Secondo ma non per importanza. Il tecnico emiliano, inviso da gran parte del tifo al momento del suo arrivo, ha smentito tutti. La dote principale? La capacità di relazione e di dialogo. Pioli ha saputo creare un rapporto quasi fraterno con i suoi calciatori e a metterli nelle condizioni psicologiche ideali per esprimerle. Il suo collaudato 4-2-3-1 ha esaltato le caratteristiche di tutta la rosa rossonera, oggi meccanismo oliato alla perfezione. Sulle orme di Ancelotti, gestore modello, il buon Stefano si sta giocando alla grande la sua opportunità. Una bella rivincita. E chissà se dalle parti di Appiano Gentile si staranno mordendo le mani.

L’effetto sorpresa: Forse l’arma più importante. Il Milan, primo oggi con 17 punti, non ha pressioni scudetto. Come nella famosa annata 98-99, il Diavolo può contare su una spensieratezza dovuta alla giovane età della rosa e ai difficili anni passati. I rossoneri arrivano da un buon sesto posto e puntano, su indicazione societaria, a migliorare quel piazzamento. Sulla carta esistono squadre più attrezzate (Inter, Juve e Napoli su tutte) e questo permette agli uomini di Pioli di essere liberi di testa. Nel calcio però i pronostici non giocano. Ibra e compagni sono pronti a smentire anche i bookmakers.

I punti deboli - Rosa poco profonda: Uno dei limiti del Milan. Soprattutto in difesa, la squadra del fondo Elliott manca di alternative credibili ai titolari. Vero che si potrà rimediare, almeno in parte, col mercato di gennaio. Vero anche però che dalla partita col Napoli alla prossima sosta di dicembre ballano punti preziosi. Kjaer e Romagnoli rappresentano le certezza, Gabbia, Duarte e il redivivo Musacchio le più grandi incognite. Una lacuna che in estate andava colmata. E che potrà pesare lungo il percorso.

Mancanza di un vice-Ibra: Detto dell’immortalità calcistica dello svedese, ciò che balza agli occhi è l’assenza di un attaccante con le sue stesse caratteristiche, fisiche e tecniche. Ante Rebic potrebbe certamente adattarsi nel ruolo di prima punta, ma un centravanti fisico avrebbe fatto (e farebbe comodo). Il doppio impegno campionato-Europa League rischia di accendere presto la spia della riserva di Zlatan, incrollabile di fronte al tempo che passa ma bisognoso comunque di essere gestito. Maldini e Massara hanno due mesi davanti per correre ai ripari.

Nessuna abitudine a vincere: Tolto Ibrahimovic, nessuno dei componenti della rosa ha confidenza con la vittoria. Nei mesi conclusivi della stagione, se il Milan sarà bravo a mantenersi nelle posizioni di vertice, potrebbe essere un difetto che peserà al momento di tirare le fila. La dirigenza milanista spera che la rosa acquisti sempre più consapevolezza in questo senso, ma un ulteriore tassello di esperienza a gennaio non farebbe male. Il manipolo di giovani rossoneri ha dimostrato di apprezzare l’innesto di due veterani come Kjaer e Ibra. E nel calcio, come nella vita, si sa che spesso non c’è due senza tre.

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