derbyderbyderby calcio italiano ESCLUSIVA – Inacio Pià: “Il Napoli deve rialzarsi. Palladino mi incuriosisce”
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ESCLUSIVA – Inacio Pià: “Il Napoli deve rialzarsi. Palladino mi incuriosisce”

Samuele Dello Monaco
L'ex Napoli e Atalanta ha analizzato ai nostri microfoni il momento delle due squadre. Infine un passo importante sull'educazione dei giovani e sul percorso del figlio Samuele
01:43 min

Ci sono calciatori che brillano per le statistiche e altri che entrano nella memoria collettiva per esserci stati nel momento del bisogno. Inacio Pià appartiene a questa seconda, preziosissima categoria. Sono quelli che più sono amati e riconosciuti dai tifosi, che vedono in campo il cuore e la passione di chi ama questo sport. Brasiliano di passaporto ma calcisticamente cresciuto nella rigorosa accademia di Zingonia, Inacio Pià è stato il volto sorridente e veloce della rinascita del Napoli, l'uomo capace di sporcarsi gli scarpini sui campi di Serie C per poi godersi i riflettori della Serie A e delle notti europee.

Il classe 1982 ha rilasciato in esclusiva ai nostri microfoni un'intervista su diversi temi, mostrando il calcio sempre secondo un punto di vista differente. Ci ha parlato di Napoli e Atalanta, analizzando le due situazioni con la lucidità di chi ha attraversato il mondo del calcio in ogni sua sfumatura. Infine le dichiarazioni sull'educazione dei giovani calciatori e le parole al miele per Samuele, a dimostrazione dell'orgoglio provato per il percorso del figlio.

Le dichiarazioni di Inacio Pià

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Sabato sera al 'Maradona' va in scena una sfida delicatissima. Napoli e Atalanta arrivano a questo appuntamento con la necessità di fare punti. Guardando lo stato di forma attuale, che tipo di partita ti aspetti? Chi vedi favorita?

"Sicuramente è una partita delicata. L'Atalanta viene da un cambio allenatore, avranno stimoli diversi, quando c'è un cambio ci si aspetta sempre delle novità. Il Napoli deve fare punti, soprattutto dopo quello che ha attraversato la squadra nelle ultime settimane. Sarà una partita particolare, chi approccerà meglio mentalmente porterà a casa punti importanti. Vedo meglio il Napoli, ma sarà una partita di grande livello".

Ha fatto molto discutere la scelta di Antonio Conte di prendersi qualche giorno di vacanza, lasciando il suo staff a guidare gli allenamenti. Tu che conosci le dinamiche di spogliatoio: come viene recepita dai giocatori una pausa del genere in un momento così delicato?

"Il fatto che Conte avesse bisogno di questi giorni per staccare ci può anche stare. Penso che ogni allarme sia rientrato, deve essere un segnale per far sì che tutti tornino a ragionare da Napoli, nel collettivo. E' un momento importante, c'è il derby di Milano e il Napoli può sicuramente guadagnare punti".

Sull'altra panchina c'è la vera incognita del match: l'esonero di Juric e l'arrivo di Raffaele Palladino. Cambiare guida tecnica prima di una trasferta così complessa è un azzardo o può dare quella scossa emotiva che mancava? Tatticamente, credi che Palladino cercherà di stravolgere subito l'assetto o si adatterà al lavoro fatto in precedenza?

"Sono molto curioso. Su Juric, in tanti ed io compreso, non avevano fiducia sul fatto che potesse far bene all'Atalanta. Dispiace, perchè quando c'è un esonero vuol dire che hanno sbagliato tutti, non solo l'allenatore. Su Palladino sono curioso, ha sempre giocato con una difesa a 4 ma sicuramente non stravolgerà tutto. Strada facendo vedremo le sue idee, serve tempo".

"Vi racconto del mio Napoli. Samuele? Sta crescendo bene"

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Sei cresciuto nel vivaio dell'Atalanta, una delle migliori accademie d'Europa. Cosa fa la differenza rispetto alle altre società?

"L'accademia dell'Atalanta è molto importante, anche se quando giocavo io c'era un'altra dirigenza. C'è tanto lavoro tecnico, ma soprattutto umano. In Italia rimane una delle migliori, sicuramente è molto rappresentativa nei concetti che ti lascia".

A Napoli sei stato uno degli eroi della rinascita, dalla polvere della Serie C fino alle notti europee. Qual è l'immagine, il flash indelebile che ti lega maggiormente al popolo napoletano?

"Diciamo che anch'io ho messo un mattoncino per il Napoli attuale (ride, ndr). Erano tempi diversi, però insieme ai miei compagni abbiamo fatto una scalata importante, sempre al primo colpo. Siamo riusciti a rientrare subito in Coppa Uefa, l'attuale Europa League. Mi tengo stretto il record di essere l'unico ad aver segnato un gol in tutte le categorie con la maglia del Napoli. Il ricordo più bello è la promozione dalla Serie B alla Serie A, giocavamo a Marassi contro il Genoa. Le tifoserie erano gemellate, lo stadio era pieno. E' stata un'emozione fortissima".

Il talento è una questione di DNA: tuo figlio Samuele sta facendo cose straordinarie. Come vivi il suo percorso da papà? La scelta di andare all'estero, in Germania, credi sia stata decisiva per la sua crescita?

"Samuele sta crescendo bene, è un ragazzo molto equilibrato. Vive giorno per giorno, ha 17 anni ed è giusto che sia così. Sa di avere talento e tanto potenziale, ma sa bene che non basta. Bisogna sempre lavorare e cercare di migliorare. Come famiglia stiamo cercando di lasciarlo il più sereno possibile, è importante che sbagli da solo e trovi la giusta chiave di lettura. Ovviamente siamo felici, sta facendo un grande percorso a Dortmund. Si trova benissimo, da genitori vederlo sereno ci rende felici. La scelta di andare in Germania è stata dettata in primis da Samuele, volevo provare un'esperienza all'estero. Aveva il sogno di fare come il papà, da piccolo ho lasciato il Brasile per venire in Italia. E' normale ovviamente che il progetto tecnico del Borussia Dortmund abbia influito sulla scelta".

Ricollegandoci a Samuele: quanto è importante oggi per un giovane talento, avere alle spalle una struttura solida che non guardi solo al contratto, ma alla crescita umana del ragazzo? È questo il segreto per non 'bruciarsi' troppo presto?

"Per un ragazzo giovane avere qualcuno che cerca di fargli capire, senza fretta e con il tempo giusto, che ci sono tante componenti oltre al talento è una fortuna. La certezza di fare la cosa giusta non c'è mai, ma già avere una famiglia solida alle spalle, che ti aiuti nell'essere equilibrato nelle scelte, è un punto a favore".

Per chiudere: oggi ti dividi tra lavoro e famiglia. Ma guardando al futuro, qual è la tua prossima meta professionale? Ti vedresti un giorno con un ruolo dirigenziale all'interno di un club?

"Per il futuro non ho nuove idee. Fare il direttore sportivo in un club? Non si può mai sapere. Ora come ora, amo quello che faccio, lo faccio con la massima passione e impiego molto tempo. Mi permette di girare, di conoscere persone e di dedicare tempo a Samuele, Sofia e mia moglie, quindi per adesso va benissimo così".