calcio italiano

Livorno-Pisa: il derby della Meloria è la massima espressione del campanilismo italiano

Il derby toscano torna sabato e si gioca dal 1916

Simone Balocco

di Simone Balocco - 

"Italia terra di santi, poeti, navigatori e...campanili. Una delle caratteristiche del nostro Paese è il campanilismo, ovvero il tifare/sostenere in maniera incondizionata (quasi paranoica) la propria città contro tutte le altre, ritenendola migliore e superiore rispetto ad ogni cosa. Il termine nasce dalla presenza dei campanili delle chiese presenti in ogni quartiere di ogni città con sfide e sfottò nei confronti di chi non apparteneva a quella parrocchia.  Ma a noi interessa decantare il termine “campanilismo” nella sua massima espressione: il calcio. Ed in Italia, la partita che più di tutte porta alla massima espressione la parola “campanilismo” è senza ombra di dubbio Livorno-Pisa.

"Derby regionale toscano, questa partita è una delle più affascinanti (e temute per l'ordine pubblico) di tutto il Paese. Una partita che si gioca dal dicembre 1916 e che si è disputata in Serie B, in Serie C, Serie C1, Lega Pro, Serie C2 e nelle coppe “domestiche”, ma mai in Serie A, in quanto le due squadre, nonostante abbiano alle spalle alcune stagioni in massima serie (diciotto volte gli amaranto, sette i pisani). Livorno-Pisa è il match clou della 9a giornata del campionato di Serie B e le due squadre si presentano al match del “Picchi” con una classifica deficitaria (ultimi i padroni di casa, tredicesimi i nerazzurri ospiti con un vantaggio di sei punti sulla squadra di Breda). Ma tant'è, Livorno-Pisa è sempre Livorno-Pisa.

"Un rivalità fra due città distanti poco più di venti chilometri che si protrae addirittura dal 1284, ai tempi delle guerre fra le Repubbliche marinare: nell'agosto di quell'anno, la Repubblica marinara di Genova sconfisse pesantemente quella pisana, portandola piano piano al suo declino. Dove avvenne la sconfitta? Nei pressi della Meloria, una secca al largo (oggi) del porto di Livorno. E, sarà un caso, il declino di Pisa coincise con l'evoluzione di Livorno che seppe sfruttare alla grande il suo porto diventando un centro molto importante tra Ottocento e Novecento.

"A oggi si sono disputati ottantasette “derby della Meloria”: il Livorno ha vinto 32 volte, il Pisa venti e gli X sono stati trentacinque. Sono addirittura quaranta i calciatori che hanno vestito nella loro carriera entrambe le maglie. Dopo dieci stagioni, il “derby della Meloria” (chiamato altresì “derby del Tirreno”) torna in Serie B a Livorno: era il 20 settembre 2008 e al “Picchi” finì 1-1 con le reti di Diamanti e Genevier (al ritorno si impose la squadra di Ventura contro quella di Acori per 2-1). Livorno-Pisa (e viceversa) sono belle coreografie, spalti (più o meno) pieni, cori e passione. Per non parlare degli striscioni che appaiono nelle curve o le scritte sui muri nei pressi degli stadi (“Città depisanizzata” da un lato, “A noi basta battere il Livorno” dall'altro). Insomma, la goliardia all'ennesima potenza.

"E pensare che all'inizio degli anni Novanta, con il Pisa reduce da cinque stagioni in Serie A e cinque in Serie B (e la vittoria nella mitica Coppa Mitropa) ed un Livorno che nel 1991 fu escluso dai campionati professionistici ripartendo dalla Eccellenza toscana, l'allora presidente dei nerazzurri, il celeberrimo Romeo Anconetani, ebbe un'idea sui generis: fondere le squadre in un unico sodalizio con uno stadio a metà strada tra le città di santa Giulia e san Ranieri. Il nome della nuova squadra sarebbe stato, banalmente, “Pisorno”. L'idea fu strabocciata sia sotto la Torre sia in Terrazza Mascagni: impossibile fondere le due squadre, emblemi di una rivalità che dura da secoli. Ci provò anche la politica ad unire le due Province per ridurre i costi: risposta negativa anche in quel caso.

"Per un Livorno in affanno tra gli anni '80 e '90, ecco che gli amaranto con il nuovo millennio ebbero un'impennata: dieci presenze in Serie B, sei presenze in Serie A ed una partecipazione alla Coppa UEFA (stagione 2005/2006), con il raggiungimento dei sedicesimi di finale dopo aver superato il primo turno e la fase a gironi. Di contraltare, il Pisa dal 2000 a oggi ha dovuto affrontare un fallimento societario, ripartire dalla Serie D con gli acerrimi rivali che li guardavano (calcisticamente) dall'alto verso il basso. Da un lato Pisa, centro universitario di rilevanza europeo, la Torre pendente e piazza dei miracoli dichiarati Patrimonio dell'UNESCO, dall'altro Livorno, ridente centro marinaio, l'Accademia navale, la Terrazza Mascagni, la Fortezza Vecchia ed il Santuario di Montenero.

"Tutti sperano che si possa assistere ad una bella partita tra la squadra di Breda e quella di D'Angelo che possono contare su gente come capitan Luci, Gasbarro, Marsura e Raicevic e Gori, capitan Moscardelli, Lisi, Masucci e bomber Marconi. Il ritorno sarà all'”Arena Garibaldi-stadio Romeo Anconetani” il 7 marzo 2020, ma prima ci sarà il match di andata. E tutti sperano che sia una gran bella partita per il palcoscenico della Serie B.

Potresti esserti perso