Tutti si ricordano del 26 Luglio 2016. Tutti rimembrano i pasti, le attività e le emozioni di quel giorno. C'è chi era in montagna, chi al mare, chi a zonzo in una capitale esotica. C'era anche chi passeggiava per qualche negozio in cerca di saldi e chi si trovava ancora a sgobbare in ufficio. Ma è successo qualcosa che ha rotto la monotonia dei 30 gradi, del gelato e del sudore. X o meglio, Twitter, non era ancora il territorio del regno di Fabrizio Romano & co. Si teneva acceso Skysport24 tutto il giorno per attendere anche un solo interessamento per qualsiasi calciatore verso i lidi della propria squadra. Nell'estate '16 la Juventus è una squadra esuberante e giovane. Viene da un bellissimo scudetto in rimonta e da una bruciante ma convincente eliminazione contro il Bayern di Guardiola.
LA STORIA
Napoli-Juventus e il tradimento di Higuain: morte e pianto rituale della collettività azzurra

La rosa ha bisogno di esperienza e di alzare un livello calato dalle partenze dell'anno prima di Tevez, Pirlo e Vidal. L'inizio del calciomercato è da paura: Benatia torna in Italia, poi arrivano Pjanic, Dani Alves e il talento degli Europei Marko Pjaca. Ai bianconeri manca ancora qualcosa però, Mandzukic è stato importante ma non convince più come punta unica (13 gol nel '15-16). I bianconeri sono negli anni delle razzie italiane (vedasi il centrocampista bosniaco): alle migliori squadre italiane rubano agevolmente i calciatori con il solo esercizio della clausola rescissoria. Dalla ricerca avanzata (punta killer+campionato italiano) stile FIFA o FM esce fuori un solo nome adatto alle esigenze sabaude:Gonzalo "Pipita" Higuain, l'uomo che ha appena sbriciolato il record di gol in una stagione in A.
Gonzalo Higuain e Napoli: oltre le 36 reti
—Nessuno avrebbe pensato che sarebbe finita così. La stagione '15-16 lasciava presagire un inizio di rivoluzione, un principio di lotta di classe. Il Napoli del comandanteSarri era infatti guidato da questo argentino barbuto (ancora rimandi...) sfiora davvero il cosiddetto palazzo. Sarà un gollonzo di Simone Zaza a determinare la fine della rivoluzione e la piena restaurazione bianconera. Tuttavia, il Napoli gioca troppo bene e Higuain è il terminale offensivo che tutte le squadre europee desidererebbero. Segna in qualsiasi modo, con qualsiasi arto del corpo, per terra, in aria, stabile o in aria. Ci sono sì i 36 gol (rotto il record di Nordhal a 35), la media di 1.029 reti per partita e un tasso di conversione altissimo ma il pipita non era solo questo.
Gonzalo con Sarri non era solo un finalizzatore, un uomo d'area. Tutt'altro. Higuain veniva incontro per ricevere, liberava spazi per l'inserimento delle mezzali, chiudeva triangoli e attaccava la profondità. Il 9 giocava con e nello spazio co-costruito col tecnico di Figline. Un calciatore dalle qualità tecniche elevatissime e dall'intelligenza tattica degna di un regista. Senso della posizione, timing negli inserimenti su cross, coscienza del proprio corpo. 36 gol non si fanno certo a caso. Il 36eismo gol in rovesciata non è per nulla lasciato al caso. La nostra memoria collettiva potrebbe essere scandita dalla vita del Pipa perché anche in questo caso, tutti ricordiamo il: "Non è vero, non è vero, non è veroooo" di Adani all'ultima tripletta dell'ex nazionale argentino.
L'infedeltà di San Gonzalo da Brest
—Nessuno è ai livelli di Maradona, così come nessuno è ai livelli di Dio. Ma nella storia sono esistiti dei personaggi che si sono avvicinati alla categoria di divinità, che hanno partecipato al sacro. Higuain è sicuramente stato uno di questi. Le lacrime di San Gennaro, lui, le scioglieva davvero. Il suo esterno, le sue esultanza cariche di emozione ma asciutte nelle gestualità del postmoderno. Higuain produceva le lacrime di un intero popolo, le plasmava con le sue gambe. Proprio per la sua vicinanza alla sfera sacra, per la fedeltà promessa e per la speranza donata, la sua partenza è sovrapponibile al testo biblico e al traditore più celebre della storia: Giuda.

Tutti conoscono la storia del bacio, dell'ultima cena e dell'arresto. L'infedeltà danarosa dell'apostolo Giuda Iscariota ha condotto alla morte di Gesù Cristo: "Il traditore aveva dato loro questo segnale dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!». Subito si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Rabbì!». Lo baciò e Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!». Allora si fecero avanti e misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono".
Morte e pianto rituale
—Higuain non ha solo tradito la squadra campana, l'ha uccisa. Violare il Napoli significa commettere un omicidio anche per ciascuno dei tifosi che sventolano con orgoglio lo stemma e la bandiera azzurra. Per una morte è sempre necessario correre ai ripari con la ritualità per evitare il rischio di perdere la propria presenza nella storia. Il napoletano De Martino esprime bene il concetto di questo ritorno rituale per fronteggiare questo evento così traumatico.
I tifosi del Napoli eseguono il lamento funebre tipico della Lucania: una forma mimica, ripetuta e stereotipata che protegge dalla crisi. Ogni volta che possono, da quel 26 Luglio, i napoletani ripetono una litania ripetuta ai danni dell'argentino, togliendogli spesso anche il nome e sostituendolo agli epiteti più coloriti. Niente di più provocatorio ed estremo dinanzi ad un trauma così forte. La loro era una protezione dall'uccisione rituale che lui aveva provocato a sorpresa. Ma come le divinità di qualsiasi epoca e luogo, il pipita è crudele e non risparmia nessuno.
Higuain segnerà al Napoli 6 volte tra Coppa Italia e Serie A. Spesso gol decisivi, di manifesta superiorità, fatti solo per il gusto di provocarecrisi di presenza. Come nel '19-20, quando con il ritorno forzato alla Juve, sigla uno spettacolare gol nel pirotecnico 4-3 di fine Agosto. Gonzalo era già in fase calante, ma l'ultimo guizzo da fuoriclasse, l'ultima violenza l'ha voluta riportare proprio contro gli azzurri. Tutti si ricorderanno di Gonzalo Higuain, tutti sanno sempre dove si trovavano quando l'argentino muoveva un piede per smuovere il mondo e tutti almeno una volta nella vita, hanno pregato e pianto per San Gonzalo da Brest.
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