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Trattativa sotto minaccia

Napoli, minacce a De Laurentiis per Osimhen: coinvolto un presunto mafioso turco

Stefano Sorce
Stefano Sorce
La telenovela di mercato sull'attaccante nigeriano si complica con un episodio inquietante: il presidente dei partenopei e il figlio Edoardo sarebbero stati minacciati di morte
00:12 min

Non è la prima volta che Victor Osimhen è protagonista del calciomercato estivo. Ma stavolta la telenovela che lo riguarda ha superato il confine dell’assurdo. L’attaccante nigeriano, al centro dell’ennesima estate di voci, trattative e pressioni, è finito di nuovo sotto i riflettori per motivi che vanno ben oltre il rettangolo verde. Dopo i tentativi sfumati da parte dell’Al Hilal, con il giocatore che aveva rifiutato un trasferimento in Arabia Saudita, e le voci di interesse da parte della Juventus e di alcuni club di Premier League, è tornato prepotente il pressing del Galatasaray, già accostato al bomber del Napoli nelle scorse settimane.

Dal calciomercato al crimine: il caso Osimhen finisce in mano alla mafia?

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Il club turco starebbe cercando un’intesa con Aurelio De Laurentiis per un’operazione da 70-75 milioni di euro, cifra che la società partenopea non ha mai abbassato. I giallorossi di Istanbul, secondo indiscrezioni, starebbero lavorando su una dilazione del pagamento, cercando formule che possano convincere il Napoli a cedere il suo centravanti.

Ma nelle ultime ore, come riportato dal giornalista turco Samet Çayır, la vicenda ha assunto contorni gravissimi. Un sedicente appartenente alla mafia turca avrebbe contattato tramite WhatsApp sia il presidente Aurelio De Laurentiis sia il figlio Edoardo, vicepresidente del Napoli, minacciandoli di morte qualora non venisse agevolata la cessione di Osimhen al Galatasaray.

Frasi pesanti e inquietanti, che avrebbero immediatamente fatto scattare l’attenzione delle autorità italiane e internazionali, vista la gravità del contenuto e la natura dei contatti. Secondo quanto trapela, i messaggi conterrebbero vere e proprie intimidazioni. Un tentativo di pressione mafiosa che non ha precedenti nel panorama calcistico europeo recente. Quella che doveva essere l’ennesima lunga trattativa di mercato si è trasformata in una vicenda dai contorni oscuri e preoccupanti. Un episodio che riporta alla ribalta il problema delle interferenze extracalcistiche nel mondo dello sport, sempre più esposto a dinamiche che nulla hanno a che fare con il gioco.