DDD
I migliori video scelti dal nostro canale

calcio italiano

Sergio Pellissier: “Ibra è come me, vecchia generazione – Pioli? non ti prende mai in giro”

FROSINONE, ITALY - MAY 25:  Sergio Pellissier of Chievo Verona reacts during the Serie A match between Frosinone Calcio and Chievo Verona at Stadio Benito Stirpe on May 25, 2019 in Frosinone, Italy.  (Photo by Paolo Bruno/Getty Images)

L'ex Chievo: "Se fossi andato all'Inter..."

Domenico La Marca

In esclusiva ai microfoni di Taca La Marca è intervenuto Sergio Pellissier, uno dei più prolifici centravanti del nostro calcio ed oggi emergente dirigente, il quale si è soffermato su tanti temi, ecco quanto raccolto: Girone mondiale - “Sono sempre complicati, bisogna capire le situazioni, non sempre le squadre più forti sono quelli più difficili da affrontare, a volte quelle con meno qualità ma con più cattiveria, sapendo che hanno più difficoltà rispetto gli altri, danno un qualcosa in più. Bisogna stare sempre attenti contro chi vai a giocare, poi a certi livelli non puoi sottovalutare più nessuno".

 (Photo by Paolo Bruno/Getty Images)

(Photo by Paolo Bruno/Getty Images)

Analogie con Ibrahimovic - “Il segreto sta nel fatto che una volta per guadagnarti una panchina e il posto in A dovevi conquistartelo tu, nessuno ti regalava niente, anzi alla prima occasione ti mettevano subito in riga. Era davvero dura giocare, sono arrivato in Serie A a 23 anni lottando e facendo tanta panchina e tribuna, malgrado al primo anno avevo realizzato 25 presenze con cinque reti ed alcuni assist, nonostante ciò alla prima occasione riandai in panchina, proprio a significare che devi sempre dimostrare qualcosa. Adesso non è più così il giocatore che esce da una primavera importante si ritiene già pronto per la Serie A, invece se guardiamo le statistiche di chi esce dal settore giovanile e gioca nei tra i professionisti non sono propriamente positive. Chi merita giocherà sempre. Ibrahimovic è vecchia generazione, anni ‘80, dove dovevi conquistarti il posto, quando lo ottieni vuoi sempre dimostrare un qualcosa in più, soprattutto se ti ritengono vecchio, finito e di non essere da grande squadra tu devi dimostrare il contrario ogni anno e lui lo sta facendo come giusto che sia, come un grande campione dalla spiccata personalità riesce a sopperire alle difficoltà che può incontrare un calciatore della sua età.”

Pioli - “È una persona eccezionale, un grande uomo che stimo, con il quale ho un grande rapporto, lo sento tuttora e mi ha lasciato un bel ricordo. Non ci dimentichiamo che praticamente era esonerato, avevano già individuato il nuovo allenatore, ma lui ha continuato a lavorare imperterrito, malgrado lo stessero massacrando, come un grande professionista. La sua grande qualità è quella di aver creato un gruppo, riconoscendo lo stesso rispetto a chi gioca e no, ti parla in faccia e non ti prende in giro.”

Similitudini- “Adesso gli attaccanti hanno un altro modo di giocare, le punte come me erano i Rocchi e i Di Natale, forse Immobile gioca come me ma sicuramente fa più gol. Le punte moderne oramai sono molto fisiche e forti e non giocano più sul filo del fuorigioco, preferiscono la palla addosso, è un altro modo di giocare.”

La possibilità - “Ho avuto la possibilità di andare a Napoli nel 2009, ma il Chievo non mi permise di andare, ci furono altre società interessate, però quello con cui forse avevo già il contratto pronto era il club partenopeo.”

Moratti e l’Inter - “Una volta quando incontrai Mancini mi disse che il presidente non gli aveva mai concesso l’opportunità di instaurare un qualcosa per portarmi all’Inter. A detta sua Moratti mi avrebbe voluto in nerazzurro, non lo so se però l’Inter sarebbe stata la mia squadra, giocare in un club con grandi ambizioni e campioni con cui lottare ogni giorno potresti imparare qualcosa ma rischieresti di non giocare tantissimo, magari non avrei fatto la carriera realizzata con il Chievo.”

Italiano - “Vincenzo era un allenatore anche quando giocava, rompeva le scatole, ti diceva dove andare, cosa fare, era già “pesante” quando era in campo. Lui ha sempre avuto questa passione, era il classico calciatore che dici quando smetterà farà l’allenatore. Ha le sue idee e le vuole portare a termine, va contro tutti e tutto, visto che possiede una personalità molto importante, anche quando viene attaccato sa prendersi le sue responsabilità, va avanti con la sua testa inoltre ha anche una grande qualità: è fortunato. Quando hai un allenatore che ha tutte le caratteristiche è importante, in tre anni ha ottenuto altrettante promozioni ed adesso è in Serie A dove sta facendo molto bene”.

tutte le notizie di

Potresti esserti perso