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Alessandro Gamberini: “Il Napoli lotterà per il titolo, a Firenze troppe scommesse sui giovani”

FLORENCE, ITALY - DECEMBER 04:  Alessandro Gamberini of ACF Fiorentina celebrates with team-mate Stevan Jovetic after scoring the second goal during the Serie A match between ACF Fiorentina and AS Roma at Stadio Artemio Franchi on December 4, 2011 in Florence, Italy.  (Photo by Claudio Villa/Getty Images)

Gamberini: "Ho visto nascere Insigne al Napoli..."

Redazione DDD

di Domenico La Marca -

In esclusiva a Taca La Marca in onda su Radio Musica Television è intervenuto Alessandro Gamberini, ex calciatore di Napoli, Fiorentina, Bologna, con il quale ci siamo soffermati su tanti aspetti del calcio attuale e non solo. Ecco quanto emerso. Napoli di Gattuso: "Il Napoli di Gattuso ha tutte le carte in regola per essere una delle pretendenti al titolo quest'anno in questo campionato finalmente avvincente, sia per le qualità tecniche con Rino Gattuso che si è inserito perfettamente nel progetto Napoli, sia per la qualità della rosa, una squadra matura che fino in fondo sarà in lotta per il titolo".

(Photo by Paolo Bruno/Getty Images)

(Photo by Paolo Bruno/Getty Images)

Insigne: "Ho fatto un anno meraviglioso a  Napoli, che ricordo ancora con piacere e in quella stagione vidi nascere l'Insigne del Napoli, che veniva dall'esperienza ottima con il Pescara. Subito nei calciatori anche se giovani si vede se hanno qualcosa in più degli altri e devo dire che quest'anno anche a livello di personalità, carattere e carisma sto vedendo il miglior Insigne di sempre. Probabilmente ha bisogno di tempo per portare a termine il suo percorso, non è facile portare il peso di quella maglia soprattutto se sei napoletano ma ora vedo in lui una maturità tale che può essere non solo leader del  Napoli ma anche della Nazionale".

Mourinho su Ferrari: "Probabilmente è un attento conoscitore e osservatore del calcio al di là dei propri confini e trova in Ferrari un giocatore che si inserisce bene nei propri principi di gioco. Io raccontai l'aneddoto dell'interessamento da parte sua e del Chelsea per me ed è tuttora motivo di orgoglio, essendo uno degli allenatori più vincenti di sempre".

Fiorentina: "Appena ho saputo di Prandelli ho dichiarato che era una delle scelte migliori che potessero fare, si era incrinato il rapporto con Iachini anche se aveva fatto bene ma aveva avuto delle difficoltà fisiche e gestionali della rosa. Cesare per me la scelta più giusta ma anche di cuore, facendo riemergere i ricordi del primo ciclo Prandelli che fu straordinario. Un grandissimo allenatore, maestro di calcio, conosce le esigenze della città e della tifoseria viola. Le difficoltà risiedono forse nel fatto che la proprietà non è ancora riuscita a creare un ciclo vincente, ma sono difficoltà che si verificano, sono normali, perché c'è bisogno di un grande livello di programmazione e tante volte serve anche fortuna nelle scommesse che si fanno sui giovani. Firenze è una piazza molto esigente, non ti dà tanto tempo. Quando arrivai  Firenze fu l'anno zero, la rosa era molto folta e anche io ero considerato tra le "scommesse". C'erano Montolivo, Brocchi, Fiore, lo stesso Luca Toni che ancora non era il Toni che tutto il mondo poi scopri'. La volontà della dirigenza è di portare in alto, le difficoltà di percorso sono normali, serve anche un periodo di transizione e la programmazione ad hoc ma io credo che in questo la Fiorentina abbia gli addetti ai lavori giusti per poterlo fare. Questo secondo me è un anno ancora di transizione, purtroppo".

Milan in vetta: "Me lo aspettavo da inizio campionato ma è da riconoscere il grande lavoro di Pioli, che è un allenatore e una persona che io stimo in modo particolare, finalmente ha trovato un progetto che lo sta facendo conoscere, soprattutto a chi aveva qualche dubbio rispetto al fatto che potesse condurre una squadra di prima fascia. Il Milan è l'esempio di un ciclo che è stato aperto  che ci ha messo anni a fiorire con giocatori in rosa di giovane età ma già affermati".

Ibrahimovic: "È l'attaccante più forte in assoluto che io abbia mai visto da vicino e che ho avuto la fortuna di incontrare in un rettangolo di gioco, fuori dal comune, assolutamente un giocatore unico nel suo genere per volume, mobilità, stazza, tecnica, potenza... . Fino a quando non smetterà  di giocare sarà determinante in particolare in un campionato come il nostro. Chi era più difficile da marcare tra Ibra e Toni in allenamento? Non me  ne voglia Luca, che è un amico e che è stato in quei tempi il centravanti italiano più forte, uno dei pochi di caratura internazionale, al pari di Bobo (Vieri ndr) e di altri mostri sacri, però Zlatan è una cosa unica. Completamente immarcabile".

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