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Beniamino Vignola ricorda Paolo Rossi: “Si faceva ascoltare con l’umiltà, il calcio non fu mai la sua ossessione”

Vignola e gli anni bianconeri...

Redazione DDD

"In esclusiva a Taca La Marca è intervenuto Beniamino Vignola, con il quale abbiamo ripercorso i momenti indimenticabili vissuti con la Juventus e trattato i temi del calcio attuale. Ecco quanto emerso. Il ricordo di Paolo Rossi - "Ho avuto il grande piacere di giocare insieme a Paolo con la Juventus, arrivai in quella squadra dopo la sconfitta di Atene e trovai una compagine stellare, con i campioni del mondo ed i due calciatori più forti del momento: Platini e Boniek. Furono due anni strepitosi, il culmine di un grande ciclo in cui vincemmo Coppa delle Coppe, Supercoppa, Coppa dei Campioni, in cui Paolo diede un grandissimo contributo in termini di gol e di esperienza. Quello che si è detto di Paolo Rossi in questi giorni corrisponde proprio a verità: è stato un grandissimo dal punto di vista calcistico, ha avuto una carriera breve ma stellare. Ha raggiunto il tetto del mondo vincendo il mondiale, il titolo di capocannoniere e il Pallone d'oro. Tutto quello che poteva raggiungere l'ha raggiunto e senza effetti speciali. Lui era un giocatore "normale", nel senso che dal punto di vista strettamente tecnico non era un grandissimo fuoriclasse, né faceva del calcio la sua ossessione. Era un giocatore che giocava d'istinto, sempre al posto giusto al momento giusto, e faceva gol in questo modo. Non era dotato fisicamente, ma nonostante questo, stiamo parlando di un giocatore che ha vinto il Pallone d'oro e questo dimostra la sua grande bravura, l'umiltà, il grande punto a suo favore. Al cospetto di un grandissimo spogliatoio quale era quello della Juventus, lui era il gregario, nel senso personale ed umano, perché nella sua umiltà aveva la considerazione di tutti e l'abbiamo visto nelle manifestazioni di grande stima ed affetto ricevute dai suoi grandi compagni di vittorie quali sono stati i campioni del mondo".

"Coppa delle Coppe - "Per me il gol in finale con il Porto costituisce uno dei più bei ricordi. Arrivare in quella Juventus stellare e trovarsi a giocare da titolare e siglare quel gol, ancora oggi per me è  motivo di grande orgoglio. Ricordare la formazione di quella serata e la finale fa ancora venire i brividi. Mancano purtroppo all'appello due persone che erano presenti in quella finale e questa cosa sta diventando un po' triste. Paolo (Rossi ndr) ci portò in quella finale facendo un gol al Manchester al 90', in semifinale, quando la partita si era già incanalata verso i supplementari. Fece gol facendosi trovare in un posto "illogico" per le persone normali, su un rimpallo uscito da una mischia. Con la sua freddezza e il suo fiuto del gol ci portò in finale e fu una delle grandi gioie della Juventus che usciva da una finale persa da Atene".

"La Juventus di Pirlo - "Per quanto riguarda la Juventus di adesso, sono diversi gli anni in cui avrebbe dovuto  vincere la Champions, per la forza della rosa della squadra. Purtroppo la Champions è fatta anche di momenti e di situazioni, quando si arriva lì, soprattutto in fase finale, bisogna essere in condizioni top, non avere grandi assenze, ma soprattutto avere anche la mentalità. Sembrava che con l'arrivo di CR7 fosse stata colmata questa lacuna, ma ciò conferma l'intervento di altre variabili, fortuna compresa. Tante cose che solo il campo può dare. Io credo che questa Juventus sia pronta, come lo sono state tante Juventus in questi ultimi anni. C'è stato un cambiamento clamoroso, in questi ultimi anni, del tecnico, sono andati via giocatori importanti e sono arrivati giocatori nuovi. Soprattutto dopo aver visto la prestazione con il Barcellona, posso dire che Pirlo credo abbia trovato la quadra, specie in mezzo al campo, dove c'erano grandi dubbi. È stata una vittoria che ha dato grande coraggio e autostima, mi auguro quindi che sia l'anno buono".

"Platini, il suggerimento - "Sì, è vero, diciamo che fu lui a caldeggiare il mio acquisto in un'intervista, durante il campionato, nella quale si parlava di giovani promettenti. Il fatto che Michel abbia parlato di me è stata una spinta importante, il fatto che la società si fosse indirizzata su di me fu una grande sorpresa".

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