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UNA PARTITA, DUE FRATELLI

Bologna-Milan divide gli Avati: Pupi “Inzaghi e Theo i miei idoli”, Antonio “Schouten e Pascutti”

MILAN, ITALY - APRIL 03: Antonio Avati (L) and Pupi Avati (R) attend 'Gli amici Del Bar Margherita' photocall held at Terrazza Martini on April 3, 2009 in Milan, Italy.  (Photo by Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)

Bologna-Milan è un derby in famiglia per Antonio e Pupi Avati. Protagonisti da 50 anni del cinema italiano, i due fratelli sono divisi dalla fede calcistica.

Redazione DDD

Alla vigilia della sfida di campionato fra Bologna e Milan, il Corriere di Bologna ha interrogato Pupi Avati e suo fratello Antonio sull’impatto del calcio nelle loro vite. Antonio: "Ho sempre sognato di fare il calciatore o l’attore, ci ho provato con risultati modesti in entrambi i casi. A metà degli Anni 50 però zio Sergio mi ha portato per la prima volta in curva San Luca e ricordo ancora la scossa provocata al mio animo sensibile dall’espulsione del terzino rossoblù Rota: non ritenevo giusto essere esclusi così dalla gara". Pupi: "Per anni non mi sono mai interessato, guardavo i tifosi con compatimento. Mio fratello ascoltava le partite alla radio e trasformava le parole di Carosio o Ameri in disegni con una passione a me ignota. Negli ultimi anni però ho scoperto il tifo che ha aggiunto una piacevole tensione alla mia vita. Sto cercando di recuperare il tempo perso anche se non ho ancora capito se apprezzo più le vittorie o le sconfitte che hanno comunque un forte senso vitale".

ROME - JUNE 04:Brothers Pupi Avati (L) and Antonio Avati pose for a photocall to promote the movie 'Il Papa Di Giovanna' at L'Antica Pesa Restaurant on June 4, 2008 in Rome, Italy.  (Photo by Elisabetta Villa/Getty Images)

ROME - JUNE 04:Brothers Pupi Avati (L) and Antonio Avati pose for a photocall to promote the movie 'Il Papa Di Giovanna' at L'Antica Pesa Restaurant on June 4, 2008 in Rome, Italy. (Photo by Elisabetta Villa/Getty Images)

Quale atleta è per voi l’emblema del calcio? Antonio: "Ho amato moltissimo Ezio Pascutti ancora prima che venisse acclamato dai tifosi. Ricordo che all’inizio veniva addirittura contestato e si pensava che i suoi gol fossero quasi involontari. Il suo modo di giocare rischioso e spettacolare resta un ricordo indelebile". Pupi: "Concordo: non si poteva non amare Pascutti che univa capacità e stravaganza. Però la seduzione per me avvenne, tramite Abatantuono e l’agente Bronzetti, con Filippo Inzaghi non solo per i gol ma anche per i movimenti: una bellezza degna delle vicende mitologiche".

E Mihajlovic? Antonio: "A Bologna non è facile essere come lui: assolutamente non allineato. Gli piace essere divisivo e non poteva esserlo di più. Le sue dichiarazioni si possono condividere o meno, ma sono sicuramente coraggiose". Pupi: "Ha vissuto un anno tremendo, la sua storia bellissima rende evidente quanto lo sport possa arrivare emotivamente a tutti. È una persona umanamente straordinaria, limpida ed essenziale". I vostri calciatori preferiti nelle rispettive squadre? Antonio: "Stravedo per Schouten anche se nelle ultime gare l’ho visto intimidito". Pupi: "Senza dubbio Hernandez, un ragazzo dotato di tutte le qualità che secondo me deve avere un campione: forza, coraggio e anche bell’aspetto".

Milan da Scudetto o Bologna da Europa? Antonio: "Entrambe le ipotesi mi sembrano molto ottimistiche. Per il Bologna mi accontenterei di un posto in più rispetto allo scorso anno: sarebbe un successone". Pupi: "Dopo la sconfitta con l’Atalanta ho iniziato ad avere paura. Ora questa polemica su Ibra mi pare un pretesto per attaccarlo: l’episodio è censurabile ma nella tensione agonistica si può capire e nessuno critica altrettanto Lukaku".

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