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Cagliari, il ds Capozucca: “Dobbiamo salvarci battendoci con i valori di Gigi Riva”

CAGLIARI, ITALY - MARCH 03: Sporting director of Cagliari, Stefano Capozucca, looks on before the Serie A match between Cagliari Calcio and Bologna FC at Sardegna Arena on March 3, 2021 in Cagliari, Italy. (Photo by Enrico Locci/Getty Images)

La previsione del ds Capozucca: “Nainggolan è l'emblema del Cagliari, lui è “cagliaritano” e soffre più di tutti per questa situazione. È un uomo vero poi, oltre a conoscere molto bene il calcio. Sarà lui a tirarci fuori dai guai".

Redazione DDD

“Per la salvezza dobbiamo metterci tutta la rabbia che abbiamo in corpo, dobbiamo sputare sangue. Sono sicuro che ce la faremo: solo l'idea che qualcuno possa metterlo in discussione, mi fa andare su tutte le furie”. Non usa mezzi termini, il Direttore sportivo rossoblù Stefano Capozucca, nell'intervista concessa al quotidiano “L'Unione Sarda”, in edicola oggi. Una fiducia argomentata a dovere: “Rappresentiamo un popolo intero, abbiamo un dovere verso di esso. Il Cagliari è molto più di una squadra di calcio, è come una Nazionale. In Sardegna anche chi non è appassionato di calcio è orgoglioso di avere il Cagliari in Serie A. Dobbiamo salvarci perché lo dobbiamo alla proprietà che ha fatto investimenti importanti e ha grandi idee anche per il futuro. Poi per orgoglio: la retrocessione sarebbe una macchia indelebile per campioni come i nostri. Dimostriamo chi siamo”.

 (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

(Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

Capozucca è andato anche oltre: “Indossiamo la maglia che era di Gigi Riva: c'è una sua frase, in bell'evidenza proprio all'ingresso dello stadio, che inizia: “Ci chiamavano pecorai e banditi in tutta Italia e mi arrabbiavo”. E ancora “Il Cagliari era tutto per tutti…”. E lui, che oggi sarebbe come Cristiano Ronaldo e avrebbe potuto giocare in tutte le squadre più forti del mondo, è rimasto a Cagliari per lottare per questa maglia e questa terra. Le sue parole devono entrare nella testa dei giocatori. Spesso penso che ci vorrebbe lui qui in campo a spiegare cosa è il Cagliari. La partita di sabato contro l'Hellas non è l'ultima spiaggia, ma bisogna vincere a tutti i costi. Come è possibile essere terz'ultimi con una squadra simile? Qualche problema c'è stato e c'è ancora, questo è evidente. Ma guardare indietro al passato non serve. Contro lo Spezia abbiamo mancato un'occasione, ma la corsa non finisce certo qui. Ci salveremo, giocando partita per partita: senza voler fare tabelle, con cinque vittorie possiamo farcela. E ce la faremo”.

L'intervista è scesa nei dettagli: "Oltre a Nainggolan, c'è Godin, oltre sessanta partite in Champions, capitano della nazionale uruguayana, ma sempre umile, speciale. È un ragazzo di grandi valori umani, oltre che tecnici. E ha un chiodo fisso: la salvezza della squadra. Joao ha ormai il Cagliari dentro, saranno decisivi i suoi gol come quelli di Simeone, Pavoletti e Cerri. Il nostro allenatore semplici? Il cognome lo racconta alla perfezione: è una parola semplice. Ho legato sia con lui che col suo staff, molto competente, tra l'altro. Abbiamo puntato su una persona che aveva le caratteristiche, la voglia e la serenità per inseguire il nostro obiettivo. L'ambiente del Cagliari è straordinario. Qui ti senti in famiglia, una famiglia di professionisti. Ci sono persone serie, vere, con valori umani importanti. Ognuno spinge per uscire da questa situazione, dall'Amministratore delegato al Direttore generale a tutti i dipendenti. L'altro giorno abbiamo fatto un pranzo insieme qui ad Asseminello e lo si leggeva negli occhi di tutti: “Dobbiamo restare in Serie A”. Anche per loro dobbiamo sputare sangue. Anche per loro dobbiamo salvarci. E lo faremo”.

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