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Covid, l’idolo di Gianluca Mancini è Marco Materazzi: il forte difensore romanista salta il suo “derby” di San Siro

UDINE, ITALY - OCTOBER 03: Gianluca Mancini of AS Roma in action during the Serie A match between Udinese Calcio and AS Roma at Dacia Arena on October 03, 2020 in Udine, Italy. (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

Roma contro il Milan senza "l'interista" Mancini...

Redazione DDD

Nella Roma di Fonseca, dopo il successo in Europa League e alla vigilia della sfida di Milano contro i rossoneri, nell’ultimo giro di test effettuati dal gruppo-squadra giallorosso, anche il difensore Gianluca Mancini è risultato positivo al Coronavirus. Ad annunciarlo è lo stesso difensore via social: “Ciao a tutti, sono risultato positivo al Covid-19 e di conseguenza mi sono aggiudicato la quarantena. Fortunatamente mi sento bene e sto già facendo il conto alla rovescia per il rientro in campo. A presto e Forza Roma!”. 

Gianluca Mancini in Roma-Benevento (Photo by Paolo Bruno/Getty Images)

Per Mancini, difensore di Pontedera da sempre tifoso dell'Inter ed estimatore di Marco Materazzi, saltare la sfida di San Siro contro il Milan è come saltare un suo derby personale. Per il forte difensore romanista c'è infatti il derby di Roma contro la Lazio come giocatore della Roma e il derby personale contro il Milan come tifosi nerazzurro. Aveva detto ad agosto Gianluca Mancini: "Mi sono tatuato il 23 proprio per Marco Materazzi. Successivamente mi sono fidanzato il 23 con quella che è attualmente mia moglie, e mi sono sposato il 23. Infine me lo sono messo sulla maglietta. Per Marco nasce nel mito di Michael Jordan, per me parte da lui. sono nato in una famiglia di interisti e non facevo nemmeno il difensore, però quando lo vedevo giocare con cattiveria, agonismo, con un grande mancino, a me restava impresso. Per me lui è sempre stato il 23. È il primo tatuaggio che mi sono fatto. Mio papà era interista, per lui fare un tatuaggio su un giocatore dell’Inter era subito ok, quindi lo avevo fatto anche un po’ a furbetto. Avevo 15 anni e ho convinto mio padre con il numero di Marco".

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