calcio italiano

Daniel Bertoni: “Mi piace molto Castrovilli, per spessore Ribery è l’esempio giusto”

Daniel Bertoni all'epoca della sua militanza viola

Ex Fiorentina ed ex Napoli, le parole del campione del Mundial Daniel Bertoni

Domenico La Marca

Daniel Bertoni è stato un grande protagonista di una delle più belle epoche del calcio mondiale, stella dell'Argentina targata Menotti, che vinse il mondiale del '78 e figura di spicco della nostra Serie A, in particolare modo, con le maglie di Fiorentina e Napoli. In esclusiva ai microfoni di Derbyderbyderby è intervenuto proprio Daniel Bertoni, il quale si è soffermato sul calcio italiano e sulle sue esperienze passate, ecco quanto emerso:

Fiorentina - "L'inizio non è stato dei migliori per quanto riguarda i risultati sportivi, ma adesso la Fiorentina sta trovando la strada giusta. Sono stato a Firenze proprio nei giorni del passaggio di proprietà, e sono contento che la società abbia puntato su calciatori di valore come Ribery e Boateng." Ribery - "E' un esempio, un giocatore di grande classe che ha passato più di un decennio con la maglia del Bayern togliendosi grandi soddisfazioni. Il calcio italiano è diverso da quello tedesco, ma la Fiorentina ha fatto benissimo a puntare su una persona di tale spessore anche per la crescita dei tanti talenti viola."

Lo scudetto mancato - "Eravamo una compagine competitiva, avevamo di fronte una Juventus che poteva contare su quasi tutta la nazionale italiana, purtroppo l'infortunio di Antognoni e il pari casalingo nel girone di ritorno proprio contro i bianconeri non ci permisero di realizzare un sogno. Mi è mancato lo scudetto in Italia, visto che a Firenze rifiutai la Roma che poi andò a vincere il campionato, stesso discorso quando mi trasferii al Napoli, preferendolo al Verona di Bagnoli, ed infine proprio in azzurro persi la mia ultima opportunità, visto che decisi lasciare il club partenopeo prima della vittoria del '86, per vicissitudini con lo staff tecnico." Calcio italiano e Castrovilli... - "Quando ero all'Independiente era davvero difficile confrontarsi con le squadre italiane, lo stesso discorso valeva per le nazionali azzurre del '78 e del '82 che affrontai al mondiale, oggi non è più così, ma Mancini sta facendo cose egregie con tanti giovani, e mi piace molto Castrovilli che mi ricorda per certi versi più Tardelli che Antognoni."

Bochini e Maradona - "Bochini è stato un grande calciatore soprattutto con l'Independiente, tanto da meritarsi le lodi di Maradona, purtroppo non è stato un assoluto protagonista con la maglia della nazionale, era un vero regista di un'epoca del calcio molto diversa." Napoli - "Arrivavo a Napoli dopo l'esperienza di Firenze e da campione del mondo mentre Diego era reduce da un'avventura non facile nel calcio spagnolo. E' stato bellissimo indossare quella maglia ma era ancora in fase di assestamento prima dell'exploit che arrivò l'anno successivo." Il campionato degli azzurri - "Il Napoli in questi ultimi è stata la vera anti Juventus, anche se adesso l'Inter si è avvicinata non poco con l'arrivo di Conte. Gli azzurri possono contare su un allenatore mondiale come Ancelotti, ma purtroppo per superare questa Juventus che fa affidamento su Ronaldo, c'era bisogno solo di un Messi. In quest'inizio di campionato il Napoli non è partito benissimo, la scorsa stagione gli azzurri avevano un ritmo straordinario."Idolo - "Raul Bernao è stata una fonte di ispirazione, era un calciatore dell'Independiente e un'ala destra di grande valore."

Difensori - "Vierchowod era davvero un bel mastino, forte fisicamente, ma in Italia in quel periodo vi erano tanti difensori davvero forti: Collovati, Bruscolotti, Cabrini e Gentile tra i tanti. Inoltre oltre al marcatore poi dovevi affrontare anche il libero che in Serie A portavano i nomi di Scirea e di Baresi... . Nella mia Fiorentina apprezzavo tanto Renzo Contratto. Insomma tutte le domeniche c'erano delle finali." La prima rete - "Mi ricordo la prima rete con la Fiorentina su punizione contro il Catanzaro, non dimenticherò mai, inoltre, il gol siglato contro l'Inter a San Siro. Mi piace citare anche una vittoria contro l'Avellino al Partenio, fu una partita durissima, ma dissi alla vigilia a mister Carosi di non stare in pensiero visto che eravamo davvero una gran bella squadra." Menotti - "Menotti è stato un grande allenatore, ci ha guidato in maniera eccezionale nella vittoria del mondiale casalingo, mi ha insegnato tante cose, aveva un visione molto chiara del calcio, basata su triangolazioni e soprattutto sull'idea di non buttare mai il pallone."

 

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