derbyderbyderby calcio italiano serie a Estupinan, ESCLUSIVA Alvarez: “Velocità, cross e attacca più di Theo. Somiglia a Nuno Mendes”

L'intervista!

Estupinan, ESCLUSIVA Alvarez: “Velocità, cross e attacca più di Theo. Somiglia a Nuno Mendes”

Estupinan
In esclusiva il giornalista di ESPN Ecuador racconta le caratteristiche dell'esterno ecuadoriano: velocità, spinta offensiva, cross precisi e duttilità tattica
Stefano Sorce
Stefano Sorce

Ogni tanto, il calcio prende la forma di un proiettile. E questa volta corre verso Milano. Pervis Estupinan, per tutti in Ecuador semplicemente el proyectil, non ha mai camminato. Perché Pervis non corre. Pervis esplode. Correva già prima di diventare grande. Correva quando vestiva la maglia della LDU Quito e il suo nome era solo uno tra i tanti sul taccuino degli osservatori. La sua velocità era la prima cosa che colpiva ed ora i tifosi rossoneri si aspettano di vederlo volare sulla fascia sinistra, rimasta sgombra dopo l'addio di Theo Hernandez, passato all'Al Hilal.

Le sue esperienze in Liga ed in Premier League lo hanno forgiato e lo hanno arricchito dal punto di vista tecnico e tattico. Ora è il Milan a chiamarlo. E lui, stavolta, non può sbagliare passo, anche perchè sarà il primo ecuadoriano della storia. Per conoscere meglio Estupinan abbiamo avuto il privilegio di confrontarci con Chobo Alvarez, giornalista ecuadoriano di ESPN Ecuador. Un viaggio tra le caratteristiche tecniche e fisiche del classe 1998, tra un paragone importante ed una carriera tutta da scrivere alle porte di San Siro. Un’altra storia che affonda nelle vene del calcio. E questa arriva da Quito. Perché dietro ogni trasferimento, c’è sempre un racconto che aspetta solo di essere ascoltato.

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"L'arma migliore di Estupinan è la velocità"

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Estupinan in Ecuador è soprannominato “il proiettile”, ma già ai tempi della LDU Quito aveva questa peculiarità? Oppure il vero salto di qualità è arrivato solo con l’approdo in Europa?

"Quando Pervis ha iniziato a giocare nel campionato ecuadoriano, già si intravedeva che potesse diventare un terzino “da esportare". All’epoca non era così comune che i calciatori dell’Ecuador arrivassero in Europa con la facilità con cui succede oggi, anche perché da allora c’è stata un’evoluzione davvero importante. Ma sì, già si vedeva il potenziale, soprattutto per la sua grandissima velocità".

"Era davvero rapidissimo e non aveva alcun problema nel proiettarsi in avanti. All’inizio della sua carriera, il suo principale limite era l’aspetto difensivo, ma in Europa ha saputo lavorarci molto. Il passaggio in Spagna è stato fondamentale, prima all’Osasuna e poi, come ti dicevo, al Villarreal, per compiere quel salto di qualità che lo ha portato in Premier League".

Due delle armi principali di Estupinan sono il tiro dalla distanza e la precisione nei calci piazzati. Quanto tempo dedica a perfezionare questi fondamentali? Li consideri elementi chiave per distinguersi nel panorama dei terzini moderni?

"Il tiro da fuori area è uno degli aspetti che caratterizzano Estupinan, ma non è la sua unica arma quando attacca, né tantomeno lo sono i calci di punizione. Pervis, che non segna molto, secondo me si differenzia dagli altri terzini soprattutto per la velocità che può raggiungere e per i suoi cross. Il suo exploit l’ha avuto al Villarreal. Aveva una precisione nei cross davvero importante. L’ha confermato anche al Brighton, soprattutto con Roberto De Zerbi, ma nella sua ultima stagione con l’allenatore italiano, a metà stagione si è infortunato e da quel momento ha faticato moltissimo a ritrovare quel livello che aveva mostrato".

Pervis viene definito un terzino moderno, propositivo e dotato di grande spinta offensiva.In Italia c’è chi lo immagina anche come esterno a  tutta fascia o addirittura come centrocampista. In patria si ritiene davvero che possa adattarsi con successo a più ruoli?

"Sì, è vero. In Ecuador, in Nazionale, quando ha giocato con la difesa a tre, ha spesso ricoperto il ruolo di esterno a tutta fascia. Non tanto da terzino classico, ma più come un centrocampista largo sulla sinistra, con molta velocità. Può tranquillamente adattarsi a questo ruolo. Ormai non si sbilancia nemmeno troppo in fase difensiva: Pervis Estupinan è migliorato molto sotto questo aspetto. Ma sì, può tranquillamente ricoprire entrambi i ruoli: terzino, esterno a tutta fascia o anche centrocampista aperto sul lato sinistro".

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L'ecuadoriano tra Theo e Nuno Mendes

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Nonostante la crescita costante, c’è ancora qualcosa su cui deve lavorare per raggiungere l’élite del calcio europeo? A tuo avviso, ci sono aspetti tecnici, tattici o mentali che può ancora perfezionare?

"Credo che Pervis debba prima di tutto ritrovare fiducia, ritrovare quella fiducia in sé stesso e anche la condizione fisica, che non è più tornata la stessa da quell’infortunio di cui ti parlavo. Questo è un aspetto fondamentale. Dopo l’infortunio ha faticato a ristabilirsi come titolare al Brighton. E anche quando ci è riuscito, faceva fatica soprattutto nella fase di spinta offensiva. Anche con la Nazionale ecuadoriana, nelle ultime partite non è stato lo stesso: in fase offensiva non ha inciso come in passato, anche se in difesa non ha sfigurato. Questo anche grazie al fatto che è affiancato da due ottimi centrali come Hincapié e Pacho, che danno solidità alla retroguardia dell’Ecuador".

"Secondo me, sul piano mentale deve ritrovare fiducia, ed è per questo che penso che la sfida al Milan sia molto importante: sia per il prestigio storico del club, sia perché il campionato italiano potrebbe aiutarlo. Venendo dalla Premier, dove l’esplosività è fondamentale, l’ambiente tattico della Serie A potrebbe fargli bene per provare a tornare a quel livello altissimo che, secondo me, ha raggiunto al Villarreal, quando ha vinto l’Europa League e poi è arrivato fino in semifinale di Champions, e anche nelle sue prime stagioni al Brighton, soprattutto sotto la guida di Roberto De Zerbi".

Con l’addio di Theo Hernandez, Estupinan è chiamato a raccoglierne l’eredità sulla fascia sinistra del Milan. Secondo te, i tifosi rossoneri possono vedere in lui un sostituto all’altezza? È pronto per una responsabilità così importante?

"Credo che mentalmente sia pronto per affrontare la sfida di arrivare al Milan. Diventerebbe il primo calciatore ecuadoriano a giocare nel club rossonero, e anche questo per lui rappresenta qualcosa di molto importante. È un leader all’interno della nazionale ecuadoriana, uno dei capitani. È maturo, sa cosa vuole dalla sua carriera e penso che questo sia un buon momento per affrontare un trasferimento del genere".

"Non so se lui stesso si veda come l’erede diretto di Theo Hernandez, soprattutto per il ruolo di leadership che il francese ha ricoperto nel Milan, ma può sicuramente essere un giocatore capace di offrire soluzioni e alternative offensive che potrebbero tornare molto utili alla squadra. Si spinge in avanti persino più di Theo Hernandez. Forse Theo è più raffinato dal punto di vista difensivo, ma anche lui è molto portato all’attacco".

 A quale giocatore lo paragoneresti per caratteristiche tecniche e stile di gioco?

"Se dovessi paragonarlo, nel suo momento migliore, parlo dell’epoca al Villarreal o dei primi anni al Brighton, per velocità e capacità di arrivare in area avversaria, lo confronterei con Nuno Mendes attuale, ovviamente con le dovute proporzioni, dato che il portoghese sta vivendo un momento straordinario. Ma quel tipo di esplosività era ciò che caratterizzava Pervis Estupinan. È anche forte fisicamente: ora deve solo ritrovare la fiducia e adattarsi il più rapidamente possibile. Penso che possa fare bene al Milan, ce lo auguriamo tutti in Ecuador, perché a un anno dal Mondiale la cosa più importante è che giocatori fondamentali come Pervis arrivino all’appuntamento con minuti nelle gambe e, soprattutto, con fiducia".