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fiorentina juve storia di una rivalita antichissima da galluzzi a baggio da bernardeschi a mandzukic tra granite e granate

di Davide Capano Può essere di venerdì sera in concomitanza col Sanremo targato Baglioni-Favino-Hunziker. Puòessere prima di una importante partita di Champions League. Posson oesserci 28 punti di distacco in classifica fra le due squadre. Ma...

Redazione Derby Derby Derby

di Davide Capano

Può essere di venerdì sera in concomitanza col Sanremo targato Baglioni-Favino-Hunziker. Puòessere prima di una importante partita di Champions League. Posson oesserci 28 punti di distacco in classifica fra le due squadre. Ma alla fine Fiorentina-Juve non è, non è stata e non sarà mai un match qualunque. Già, questione di “tifo” (dal greco tŷphos, “febbre”). A Firenze è la Madre di tutte le partite, a Torino è un po’ meno sentita, ma in fondo ci si tiene e non poco. Non è solo un incontro di calcio; è un incrocio tra filosofiee passioni diverse. Ogni sfida è un derby nonostante i 400 chilometri che dividono le città. I tre punti valgono almeno il triplo per esigenze matematiche e morali.C’è un ardore che trascende il normale agonismo sportivo.

La storica rivalità sboccia nel 1928, l’anno dell’undici a zero imposto dalla Vecchia Signora (triplette di Galluzzi, Munerati e Vojak più doppietta di Testa) a una Viola poco esperta per la massima serie, con indosso ancora la divisa biancorossa e un undici zeppo di dilettanti, che accende la rabbia dei tifosi gigliati. Il motivo? Nonostante il palese squilibrio tecnico i bianconeri di Rosetta e Caligaris,guidati da mister Aitken, non fanno sconti e infieriscono. A rincarare la dose ci pensa anche la stampa dell’epoca con un sarcastico titolo “Firenze, un…dici nulla?” che accentua l’irritazione fiorentina.

Nel corso degli anni (Cinquanta e Sessanta) la competizione si inaspriscesempre più. Significativa la contesa per lo scudetto del 1982. Ultima giornata, gol annullato a Ciccio Graziani a Cagliari, pochi minuti dopo un rigore per la Juve a Catanzaro. Brady lo trasforma.Il tricolore è juventino. I viola non la prendono benissimo. L’odio “sportivo”cresce nel 1990: finale di Coppa Uefa, vince la Juve, che, pantagruelica come dafar suo, il giorno dopo si prende anche Roberto Baggio proprio dalla Fiorentina, al netto di sciarpe galeotte e rigori non tirati. Come dimenticare, poi, le esultanze di Batistuta, Tévez, Giuseppe Rossi tra granite e granate degli anni Novanta e Duemila. La recente attualità fa pensare a Federico Bernardeschi (volatoa Torinoin estate) e al gol di Mario Mandžukić che decide il confronto del 20 settembre 2017.

Cambiano gli attori protagonisti,non mutan onote e spartiti della rivalità. Di Federico Chiesa e Gonzalo Higuaín, dirigono l’orchestra Stefano Pioli e Massimiliano Allegri. Venerdì sera sul palco dell’Artemio Franchi cantano Fiorentina e Juventus. A voi microfono e pallone. Perché Fiorentina-Juve è Fiorentina-Juve!

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