In archivio un altro weekend di Serie A. Un weekend con diversi spunti interessanti, sia nelle zone alte che nelle zone basse di classifica. Ecco chi ha deluso e chi invece ha convinto in questa decima giornata di campionato.
I giudizi
I top e i flop della 10a giornata di Serie A: tonfo Atalanta, estasi Milan, dramma viola

I top della 10a giornata di Serie A: giornata di allenatori
—Si prende un posto in top il Milan di Massimiliano Allegri. "Di Massimiliano Allegri", è bene specificarlo, perchè questa è una vittoria in cui c'è ampiamente la sua impronta. Dopo un primo tempo difficile, una ripartenza fulminante di Leao ha spaccato in due la Roma. Poi l'assist a Pavlovic e il gol dell'1-0, rivelatosi decisivo. Dopo il vantaggio i rossoneri si sono chiusi a riccio, non lasciando spazio alla squadra di Gasperini, che ha creato pochissimo nella ripresa. Plauso a Leao: gol sbagliato a parte, è sempre rimasto nella partita, dando la sensazione di poter incidere da un momento all'altro. Menzione anche per Maignan, provvidenziale con il rigore parato a Dybala.
Andiamo a metà classifica. Grande prestazione dell'Udinese di un sottovalutato Kosta Runjaic. I friulani hanno trovato la quarta vittoria in queste prime dieci giornate battendo l'Atalanta. Non una vittoria estemporanea, figlia di un episodio, anzi. I bergamaschi hanno calciato solo cinque volte, senza mai trovare la porta, dimostrazione della solidità dei padroni di casa. Anche qui, oltre a Runjaic, la vittoria ha un volto ben preciso. Quello di un Nicolò Zaniolo al terzo gol consecutivo, sempre più determinante.

Chiudiamo i top con la Juventus e il Genoa. Due squadre che han cambiato allenatore e han trovato la vittoria dopo mesi. Nel caso di Spalletti e dei bianconeri, nella mossa di Koopmeiners terzo di difesa c'è tutta la conoscenza e la preparazione del tecnico di Certaldo, arrivato sulla panchina della Vecchia Signora con idee molto chiare. Il Grifone, invece, vince la prima partita in campionato nei minuti di recupero, contro il Sassuolo. Un successo su calcio piazzato, è vero, ma il duo Murgita-Criscito ha fatto un ottimo lavoro. Si è rivisto, anche se per pochi minuti Gronbaek, entrato per Thorsby nel finale. Un cambio offensivo, quando magari Vieira si sarebbe accontentato di pareggiarla sull'1-1. E invece, ancora una volta, la fortuna ha premiato gli audaci.
I flop della 10a giornata: Pioli out, Juric una scelta sbagliata?
—Chi non ha cambiato allenatore prima di domenica scorsa, incomprensibilmente, è la Fiorentina. La Viola perde in casa con il Lecce e guarda tutti dal basso verso l'alto, ultima in classifica da sola dopo dieci giornate. Una frase che, se fosse stata detta quest'estate, avrebbe fatto ridere chi ascoltava. E invece, purtroppo per i tifosi gigliati, è realtà. Il flop, in questo caso, non riguarda una prestazione, riguarda un intero ambiente. La dirigenza ha firmato Pioli per 3 anni a 3.5 milioni netti a stagione. E adesso? L'esonero è un salasso, per quanto inevitabile.
Pradé ha costruito una rosa sicuramente valido nei singoli, ma poco funzionale. Anche lui è stato sollevato dall'incarico, ma in questo momento la Fiorentina non ha né allenatore né ds. E nemmeno uno stadio intero, perchè in tutto ciò la curva Fiesole continua il suo esilio in curva Ferrovia, con il centenario, 2027, che si avvicina. Chi arriverà, D'Aversa in pole in questo momento, avrà il suo bel da fare per risollevare una situazione drammatica.

Flop pesante anche per l'Atalanta, che ha vinto solo due volte in dieci giornate. Anche qui il discorso è più ampio. La sensazione è che manchi, all'interno dello spogliatoio in primis, quella fiducia in Juric che servirebbe per uscire da questa crisi. La scelta dell'ex Southampton come allenatore, in realtà, è problematica in sé e per sé. Per sostituire Gasperini, che a Bergamo è stato, è e sempre sarà una sorta di figura messianica, forse sarebbe stato meglio cambiare completamente tipo di calcio. Juric, che di Gasperini ha sempre riprodotto i principi fondamentali, vivrà sempre all'ombra del paragone con il suo predecessore, un confronto che non può reggere e che non fa bene a lui, allo spogliatoio, alla piazza.
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