derbyderbyderby calcio italiano Inter-Liverpool, ricordate Philippe Coutinho? Da mistero nerazzurro a mister 160 milioni col Barça

L'EX DELLA PARTITA

Inter-Liverpool, ricordate Philippe Coutinho? Da mistero nerazzurro a mister 160 milioni col Barça

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Ci sono storie di attese, di partenze e di ritorni: il fantasista brasiliano ha condensato tutti questi microracconti nella sua esperienza calcistica, dall'arrivo italiano al maxi trasferimento spagnolo, passando per l'esplosione inglese
Pietro Rusconi

Alla fine, Coutinho è tornato dove tutto è partito. Nato nel Vasco da Gama e morto (calcisticamente) nel Vasco da Gama. In questo intermezzo fra i due estremi brasiliani, l'ex Inter ha vissuto molte vite e ha indossato molte identità. Talento, oggetto misterioso, rimpianto, fenomeno, incostante, inadatto, malinconico, finito, felice. L'esploratore portoghese, da cui il nome del club, aprì la strada al commercio portoghese e al colonialismo (brutale) in Oriente, essendo il primo europeo a navigare dall'Europa all'India a fine '400. Allo stesso modo, Philippe Coutinho ha fatto il percorso inverso. Dalla terra "esotica" e lontana, l'ex nazionale brasiliano porta in Europa un carico di "spezie" inedite e sorprendenti. Dribbling, passaggi filtranti e tiri. Coutinho è stato un viaggiatore ed esploratore (pacifico) del nostro tempo e del nostro calcio, ma non sempre l'abbiamo capito.

L'arrivo in Europa del "Pato di Moratti"

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Coutinho arriva all'Inter nell'estate del 2010. È la stagione del post triplete, Mou lascia e arriva Rafa Benitez, mentre la rosa rimane praticamente identica. Il mercato è impostato sul trattenere i big come Eto'o, Sneijder e Milito, mantenendo un occhio aperto verso il futuro. Così arrivano Coutinho, Ranocchia, Biabiany: scommesse ma a basso rischio considerando i costi dei cartellini.

Gli anni sono ancora floridi per la Serie A, le squadre sono ancora in grado di poter arrivare prima sui giovani talenti extracontinentali, ci sono risorse e appeal che lo permettono. Il sogno di tutti è quello di ritrovarsi un Pato fra le mani, considerando la grande intuizione del Milan nel 2008. Così i cugini nerazzurri puntano qualche milione sull'esplosione di questo trequartista gracile ma precoce nel campionato brasiliano. A 18 anni gioca praticamente da titolare un'intera stagione coi bianconeri con 5 reti, le premesse sembrano ottime.

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Ma la realtà effettiva del campo si rivela più complicata delle attese. Se Pato inizia a volare fin da subito grazie ad un contesto adatto e alla sua immensa rapidità e qualità, il piccolo Philippe fatica. Non riesce a ritagliarsi uno spazio tattico all'interno del 4231/4321 di Benitez prima e Leonardo poi. Un gol arriverà comunque: una punizione contro la Fiorentina l'8 Maggio 2011.

Dopo un grandissimo Mondiale u20 giocato e vinto da protagonista nell'estate 2011, ritorna in A con un grosso carico di aspettative. Tuttavia, l'Inter sembra avere problemi strutturali troppo più grossi di lui, diventando il contesto meno adatto per la crescita di un talento così acerbo. Cambiano allenatori, giocatori e moduli ma la squadra non gira proprio e Cou rimane sempre più in disparte, fra infortuni e incomprensioni tattiche. Con Gasp e Ranieri gioca solo 8 partite fino a Gennaio, impreziosite da una sola rete al Cagliari.

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I primi lampi di Philippe Coutinho: la tappa spagnola

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I nerazzurri non considerano fallimentare l'acquisto del brasiliano. Nelle sue prestazioni c'è sì incostanza fisica e mancanza di fondamenti tattici, ma i piedi rimangono fatati anche per soli 20 secondi. Questi attimi convincono la società milanese a cedere in prestito il gioiellino, direzione: Espanyol. L'Inter ha talmente bisogno che questo giocatorino esploda che mette una clausola tale per cui il calciatore dovrà giocare almeno il 50% delle partite rimanenti.

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Sulla panchina c'è un allenatore giovane e che sta dimostrando ottime prospettive: Mauricio Pochettino. Philippe Coutinho vince il premio di rivelazione della stagione in Liga grazie ai suoi 5 gol in 16 presenze, oltre che agli show funambolici di ogni fine settimana. In Spagna c'è più possibilità di esprimere il talento puro, oltre la gabbia e oltre l'intensità fisica. Esiste un tempo diverso, non è la temporalità dell'efficenza e della sovrapproduzione. Neymar prima e Ganso poi (i due talenti brasiliani più importanti oltre a Cou di quegli anni) finiranno a giocare in Spagna, sempre più conforme alle esigenze delle nuove star sudamericane.

Il triste ritorno all'Inter e la cessione al Liverpool

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I tifosi della beneamata sono ancora più carichi di aspettative rispetto al post Mondiale u20. Ma ancora una volta, l'Inter si dimostra essere l'ambiente più disfunzionale per una sua completa esplosione e maturazione. Sulla panchina nerazzurra siede l'ennesimo nuovo allenatore, Andrea Stramaccioni. Anche questa prima parte di stagione ('12-13) rimane misteriosa e inconcludente.

Tante panchine, tanti piccoli infortuni e tante situazioni irrisolte in campo. Il trequarti brasiliano persevera nell'essere un problema più che un plus per l'Inter. Il calciatore non sembra riuscire ad adeguarsi ai ritmi e alla richieste dei tecnici e finisce sempre più a giocare individualmente, la sua tecnica contro le mostruosità del tatticismo italiano.

Così, nel Gennaio 2013, dopo 47 presenze e 5 gol in 3 anni, Philippe Coutinho lascia l'Inter per trasferirsi al Liverpool. La cifra sembra una manna per gli italiani, 10 milioni più bonus fanno brillare gli occhi di una società finanziariamente sempre più debole e in difficoltà. Stramaccioni e Ausilio parleranno sempre a posteriori dell'errore e dell'infelicità provocata dal trasferimento, con parte della responsabilità scaricata direttamente sul giocatore. Nessuno più del brasiliano voleva giocare in Premier coi reds.

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Inoltre con i soldi del complicato talento ex Vasco, l'Inter prende Mateo Kovacic, la cui storia è spaventosamente simile a quella di Cou. Nell'arido e sempre più deprimente campionato di oggi, l'acquisto di due talenti così sembra un miraggio. Tra soldi, appeal ed esperienze passate, l'unico rifugio dal grigio italiano è la nostalgia, sintomo di un presente decadente.

L'inizio dell'amore fra Philippe Coutinho e i reds

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La coppia che ha deciso l'acquisto di Philippe Coutinho al Liverpool è parecchio sorprendente. Il capo scout dei reds all'epoca era l'attuale DG della Juve, Damien Comolli. Il francese racconta di come il trasferimento fosse caldeggiato in maniera importante da quel Benitez che l'ha fatto esordire fra i grandi. Comprato per sostituire Kuyt, l'allenatore spagnolo lo giudicherà come un "giocatore di classe mondiale". Perché dunque non fidarsi di uno degli uomini più vincenti e amati dal pubblico di Liverpool? Del resto quei 13 milioni sembrano davvero nulla per un campionato che inizia a crescere sempre di più dal punto di vista commerciale.

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Coutinho al Liverpool esplode definitivamente. Sotto la sapiente guida di Brendan Rodgers prima e Jürgen Klopp poi, il brasiliano ha picchi da top player assoluto. Il numero 10 inizia in sordina anche per via dei soliti infortuni, riuscendo comunque a segnare 3 gol nella restante metà del '12-13.

La stagione successiva i reds volano; l'impianto offensivo è magistrale con Sturridge, Suarez, Sterling e Cou. 24, 31 e 10 sono le reti marcate rispettivamente dai primi tre nomi della lista. Tutto questo è stato possibile grazie all'ultimo nome, i suoi gol sono solo 5 in stagione ma è lui il vero regista offensivo della squadra. Partendo dalle zolle di sx, il trequarti poteva fare qualsiasi cosa: dal filtrante in verticale verso una delle due fameliche punte, ai triangoli con Flanagan fino ai folli dribbling per tagliare dentro al campo. Coutinho diventa un mago del mezzo spazio sx, il ruolo aleggia fra mezzala e ala, diventa un'ombra imprendibile. Ma l'annata avrà il tragico epilogo dello scivolone di Gerrard, che, ahinoi, tutti conosciamo.

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Come il 10 brasiliano diventa uno dei top player della PL

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Le cose nel '14-15 cambiano. Viene acquistato il  blocco Southampton (Lambert, Lallana, Lovren), Luis Suarez se ne va al Barcellona e Sturridge è martoriato dagli infortuni. Le nuove punte (Balotelli, Lambert e Origi) sono radicalmente diverse e non sembrano accogliere tempestivamente gli inviti del brasiliano. Coutinho inizia a mettersi un po' in solitaria, aumentando i numeri delle marcature (8 stagionali) e assumendo un ruolo ancora più decisivo e centrale per la squadra inglese. Le chances create sono molte ma ridotte rispetto all'anno scorso proprio per la carenza qualitativa degli attaccanti. Nonostante le problematicità del contesto, il giocatore riesce a conquistare un posto nel TOTY (team of the year) votato dai giocatori stessi (PFA).

Durante la stagione '15-16 le cose iniziano ad andare meglio. Gli arrivi di Firmino (ancora acerbo) e Benteke (inadatto), per un totale di 80 milioni, non risolvono però i problemi in attacco. Philippe Coutinho inizia a diventare anche il riferimento offensivo principale in assenza di una punta adeguata, i gol a fine stagione saranno 12 e le attenzioni sulle sue qualità in attacco iniziano a farsi importanti.

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Il cambio di passo offensivo coincide con l'uscita di scena di Rodgers e l'arrivo dell'atteso Klopp. Il tecnico tedesco sposta il brasiliano più avanti sulla linea dei trequartisti vera e propria. In questa "nuova" posizione, il fantasista dà il meglio delle sue qualità. I suoi movimenti dentro il campo sono fondamentali per liberare spazio per Alberto Moreno e per rientrare sul piede forte, il destro. A fine stagione arriverà un altro TOTY ma per la competizione dell'Europa League (dove i reds sono finalisti ma perdenti), confermando la sua dimensione sempre più internazionale.

L'addio di Philippe Coutinho sul più bello

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Durante il secondo anno di Klopp, Philippe Coutinho affina maggiormente l'intesa col falso 9 Firmino. Scambi e interscambi, associazioni tecniche e inserimenti negli spazi liberati dall'altro. Inoltre in estate arriva anche l'ala Sadio Manè, ennesimo giocatore proveniente dal Southampton in quegli anni. Il modulo si fissa su un 433 asimmetrico, dove Cou aveva il compito di servire la profondità opposta garantita dalla velocità del senegalese. In questo ruolo da ala sx, l'ex Inter aveva la possibilità di sviluppare trame di gioco con Milner, adattato a terzino sx. Coutinho diventa così un vero finalizzatore e regista: 14 gol e 7 assist in stagione.

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La stagione 2017-18 è segnata dall'addio in Gennaio dell'ala brasiliana. Un inizio di stagione superbo con 12 gol in 20 partite convince il Barcellona, orfano di Neymar, a spendere 160 milioni per Coutinho (dopo i 140 per Dembélé in estate). Tuttavia, con i reds stava disputando la stagione migliore in assoluto della sua carriera. Il numero 10 era tornato in un ruolo simile a quello di Rodgers ma con una maturità calcistica avanzata e un affinamento delle proprie qualità tecnico-tattiche.

Cou ritorna così ad essere una mezz'ala, con grande visione e passaggio per la verticalità non più delle punte centrali, ma delle ali esterne (a spostarlo dietro è stato proprio l'arrivo di Salah dalla Roma). La coppia brasiliana con Firmino è tutta assoggettata alla velocità e alla profondità degli imprendibili attaccanti esterni. I due nazionali verdeoro combinano e aprono varchi per gli inserimenti degli africani, oltre che aumentare la propria produttività in termini di reti per l'interesse difensivo concentrato su Salah e Manè. 4 fuoriclasse che si relazionano e associano come una macchina perfetta, una gioia per gli occhi. Tuttavia, se l'addio per Coutinho sarà la fine della sua carriera da fuoriclasse, per il Liverpool sarà l'inizio di una dinastia vincente (con i 160 milioni arriverà il centrale Van Dijk per 80 milioni).

Barcellona e Bayern Monaco: il nobile declino del 10

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Al Barcellona il top player brasiliano faticherà a trovare un ruolo e una posizione adatta, sempre poco aiutato da un contesto in difficoltà e caotico. I numeri nascondono in parte tutta le delusione per la spesa di una cifra astronomica: 10 gol il primo anno, 12 il secondo, rispettivamente in 22 e 54 partite. Dalla Catalogna (Espanyol) alla Catalogna (Barcelona), come l'esploratore Vasco, Cou torna sempre al punto di partenza. Ma ogni volta è sempre più fiacco e spento. Al Barça ci sono state molte incomprensioni sulle zone adatte a Philippe. Troppo compassato per fare l'ala alla Neymar, poco rapido nel gestire i tempi alla Iniesta come mezz'ala. Inoltre, Messi (giustamente) cannibalizza la trequarti centrale, lasciando le briciole al povero Coutinho. Il peso delle aspettative economiche ha fatto il resto e la presenza di Valverde col suo gioco posizionale ha reso inefficace la qualità caotica del brasiliano.

Col Brasile nel frattempo vince una Copa America nell'estate 2019 e il Bayern Monaco si prende il giocatore con un comodo prestito con diritto fissato a 80 milioni. Il calciatore sembra già aver visto passare il suo prime anche se nella squadra bavarese gioca anche un buon calcio in un contesto tattico adeguato. Triplete, 11 reti ma non sembra più essere in grado di tornare sui livelli delle stagioni inglesi. Coi biancorossi diventa la riserva di lusso di Müller, il costo del riscatto diviene così troppo alto e il Bayern non se la sente di investire su un calciatore che sembra essere ormai malinconico, appesantito dal suo cartellino e dall'esperienza catalana. La nota positiva della stagione è la doppietta nel memorabile 8-2 del Bayern riservato al Barcellona, una piccola consolazione in un mare di disperazione.

Aston Villa per rinascere, Qatar e Brasile per morire

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Coutinho torna così al Barcellona e dopo un '20-21 condizionato da un infortunio al menisco (14 presenze e 3 gol) e un '21-22 mai convincente seppur con la fiducia di Koeman (16 match e 2 reti), a Gennaio 2022 passa all'Aston Villa. Una tappa selezionata apposta per rilanciarsi, di nuovo in Inghilterra e con un allenatore fidato: l'ex compagno Steven Gerrard. La metà di stagione è positiva, gol e assist all'esordio contro lo United. Poi saranno 5 gol in 19 partite e una ritrovata fiducia a confermare l'acquisto dei villans per 20 milioni. Con l'esonero di Gerrard e l'arrivo di Emery, il brasiliano perde centralità nel progetto, a causa della scarsa intensità atletica e la fragilità fisica (che gli ha compromesso il Mondiale qatariota).

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Ad Agosto 2023, dopo una grigia stagione da 22 presenze e 1 solo gol, passa in prestito all'Al-Duhail, certificato di bollitura di un calciatore. Ma come Neymar, la saudade è troppo forte e chissà, nel campionato di casa tutto può succedere. Anche la speranza di tornare con la Seleçao si riaccende. La stagione appena conclusa del Brasilierão è stata ottima, con 11 gol in 44 partite e una ritrovata gioia calcistica. Philippe Coutinho è morto, ma non è finito tra le dune sabbiose e la vacuità della ricchezza capitalista. Il fantasista è andato nell'aldilà, nei campi elisi, un luogo di gioia e di dolce ricordo per gli eroi: un giusto premio per chi è stato capace di portarci spezie e curiosità dal lontano mondo.