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Inter, Ricchiuti: “Lukaku un animale! Le assenze sono scusanti. Vidal non è ai livelli di prima…”

CATANIA, ITALY - SEPTEMBER 20:  Adrian Ricchiuti of Catania Calcio is challenged by Mobido Diakite of SS Lazio during the Serie A match between Catania Calcio and SS Lazio at Stadio Angelo Massimino on September 20, 2009 in Catania, Italy.  (Photo by Maurizio Lagana/Getty Images)

Genoa, Rimini, Catania, queste le tappe principali della carriera di Adrian Ricchiuti. Dal gol alla Juventus in Serie B alla vittoria del suo Catania contro l'Inter del Triplete, ecco le parole dell'argentino.

Redazione DDD

9 Settembre 2006, una data scolpita nella storia. La Juventus, all’esordio assoluto in Serie B dopo lo scandalo Calciopoli, passa in vantaggio con Paro, che porta in vantaggio i bianconeri sfruttando una respinta sul tiro di Nedved sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Allo Stadio Romeo Neri, vestito a festa per uno degli appuntamenti più importanti della sua storia, però, c’è aria di impresa, nonostante un Rimini in dieci per l’espulsione di Cristiano. Fino a quando, sul cronometro, non scocca il minuto 74. Ennesima incertezza in difesa per Boumsong, che sbaglia il tocco per Kovac e spiana la strada a Ricchiuti, abile ad insinuarsi come un folletto tra le maglie larghe della retroguardia bianconera. L’argentino, a tu per tu con Buffon, non sbaglia e agguanta un pareggio entrato, per ovvie ragioni, negli annali del calcio. A farsi beffe dei neo campioni del mondo Buffon, Del Piero e Camoranesi e del finalista Trezeguet proprio Adrian Ricchiuti, argentino trapiantato in Italia dopo il suo passaggio alla Ternana nel lontano 1992. L’ex Genoa è intervenuto a TuttoInter24: dal gol alla Juventus fino alla vittoria del suo Catania contro l’Inter del Triplete, concludendo con un’analisi sul momento attuale della squadra nerazzurra alla vigilia di Genoa-Inter.

Adrian Ricchiuti (Photo by Maurizio Lagana/Getty Images)

Adrian Ricchiuti (Photo by Maurizio Lagana/Getty Images)

Due anni al Genoa, poche presenze per te. Cosa è andato storto? “Assolutamente niente. Il primo anno non siamo andati in Serie A per un punto, la squadra era fortissima. Ho fatto due presenze, ma le panchine mi hanno formato caratterialmente e a Genova mi ricordano tutti con grande affetto. L’anno dopo è cambiata la società, sono cambiate tante cose e ho preferito andare a giocare con maggiore continuità. Per me è stata la scelta migliore”.

Genoa-Inter. I rossoblu hanno qualche speranza in un momento in cui i nerazzurri sembrano aver perso un po’ la bussola? “Sono sempre del parere che chi gioca contro l’Inter non ha grandi speranze. Sono realista, un mio ex compagno mi ha sempre insegnato che una piccola deve giocare al 110% per vincere contro una grande, a una grande basta giocare al 50%. E’ la realtà, l’Inter ha tanti campioni in rosa che, in qualsiasi momento, possono risolverti la partita. Assenze? Quelle sono soltanto scusanti, i componenti della panchina nerazzurra potrebbero giocare da tutte le parti”.

Derby ed esordio in Champions League decisi dagli errori di Kolarov e Vidal, due tra i più esperti della rosa dell’Inter. Come te lo spieghi, manca soltanto un po’ di tranquillità? “Serve sicuramente un po’ di tranquillità, ma a Kolarov non manca sicuramente l’esperienza per riprendersi. E, per quanto riguarda Vidal, negli ultimi anni non è sicuramente il giocatore che abbiamo imparato a conoscere tutti. Ancora gli manca qualcosa per ritornare ai livelli di prima. Al Barcellona non ha fatto sfracelli, però si tratta di giocatori che hanno fatto e continuano a fare la storia. Con Conte potrebbe trovare il suo riscatto“.

Lukaku ancora una volta decisivo. Sei gol in cinque partite per il belga, l’Inter deve aggrapparsi ai suoi gol per riprendersi? “Lukaku è un animale, è tra i tre attaccanti più forti al mondo. Per lui parlano i numeri, ripeto è un animale. Vanno fatti i complimenti a Conte che lo ha voluto a tutti i costi, ora capisco perché ha insistito così tanto”.

Ritornando a te, hai davvero finito con il calcio giocato? Progetti futuri? “Con il calcio giocato ho finito definitivamente. Ora ho intrapreso un altro percorso, alleno i bambini a Rimini e il mio sogno è quello di allenare, un giorno, una squadra di grandi, anche in Serie D”.

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