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La moda dell’esonero: una ruota che gira e che arriva dappertutto, nessuno escluso

MADRID, SPAIN - JUNE 01: Claudio Ranieri looks on prior to the UEFA Champions League Final between Tottenham Hotspur and Liverpool at Estadio Wanda Metropolitano on June 01, 2019 in Madrid, Spain. (Photo by Clive Rose/Getty Images)

Sosta ed esoneri: la regola che conferma la regola

Redazione DDD

di Serena Calandra -

Fare chiarezza e ripartire dalle prestazioni positive, sono queste le due uniche certezze con cui Milan e Samp si ritrovano a fare i conti. Entrambe a corto di idee, confuse nel gioco e nell’identità sono corse ai rimedi attraverso il cambio di panchina a sole 7 giornate dall’inizio del campionato. Le scelte effettuate dalle due società hanno certo fatto sorridere gli scettici e alimentato dubbi e domande non tanto sull’intervento forzato del cambio panchina quanto sui nomi scelti per risollevare una situazione che ha dell’incredibile di per se. Pioli e Ranieri, la cui storia si intreccia con il secondo chiamato a sostituire il primo in seguito all’esonero del 2006 al Parma, sono loro i nomi scelti per il dopo Giampaolo e DI Francesco. Entrambi non partono certo avvantaggiati ed oltre all’ambiente deluso da ritirar su, in poco tempo dovranno vincere e convincere. Il curriculum dei due tecnici parla chiaro così come quella lunga lista di esoneri e di obiettivi mancati. La storia pregressa di Pioli sottolinea 6 esoneri su dieci incarichi ricoperti ((Modena, Palermo, Parma, Bologna, Inter, Lazio,) e due dimissioni date (Chievo e Fiorentina), mentre quelli di Ranieri salgono a 7 su 12 incarichi ottenuti (Napoli, Chelsea, Valencia, Juventus, Inter, Monaco, Nazionale Greca, Fulham).

Dati impressionanti che fanno certo storcere il naso e preoccupare ma che nel calcio di oggi non possono essere utilizzati come metro di giudizio su cui basarsi quando si tratta di allenatori. Anche i più grandi, vedi Mourinho al Manchester, Ancelotti con il Chelsea, Massimiliano Allegri dal Milan, hanno per conto di cose e ragionamenti, pagato lo scotto di tale decisione. Questo perché non sempre l’esonero viene preso per mancanze tecniche di un allenatore ma bensì per ragioni ancor più sottili. Spesso una delle motivazioni per cui si attua una scelta così drastica va ricercata nella volontà di scuotere un ambiente sottotono, una squadra bloccata e senza motivazioni condizionata più da quanto viene detto che da quanto viene fatto. Ovviamente il peso della scelta dipende anche “dal chi” si è costretti ad esonerare, in parole povere se il tecnico da mandar via fosse stato uno come Conte la scelta non sarebbe avvenuta certo alla 7 giornata di campionato.

Influisce chiaramente il peso delle esperienze e del passato. Pioli e Ranieri nel proprio trascorso hanno ottenuto altrettanti risultati positivi, per il primo fu una grande vittoria il 3° posto in campionato nella stagione 2014 dietro Roma e Juventus con qualificazione in Champions dopo 8 anni di assenza biancoceleste. Allo stesso modo ancor più significante l’impresa raggiunta dal neo tecnico blucerchiato con la maglia del Leicester. 3° allenatore italiano (dopo Ancelotti e Mancini) in grado di aggiudicarsi la Premier League con tutti gli scetticismi del caso , gli stessi che poi furono abbattuti  nonostante l'esonero dell’anno dopo. Ma se così non fosse stato non staremmo parlando di successi ma solo di insuccessi…L’esonero è ormai di moda e come un capo passato può essere sempre rindossato ed in questi casi c'è chi sa portarlo con classe sebbene non sia uno degli abbigliamenti più ambiti…

 

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